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Vino e salute, un reale binomio, purchè vinca la moderazione

Vino e salute, un reale binomio, purchè vinca la moderazione

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Il vino, nobile bevanda che ha attraversato secoli di culture e celebrazioni, è spesso al centro di dibattiti sulla sua influenza sulla salute umana. Esaminiamo da vicino gli aspetti positivi e negativi di questa bevanda alcolica, cercando di gettare luce su una questione che continua a dividere le opinioni degli esperti.

Il vino, specialmente quello rosso, è un tesoro di antiossidanti. Polifenoli e resveratrolo sono i guardiani che combattono lo stress ossidativo, una sorta di elisir che potrebbe proteggere il nostro corpo da malattie cardiache e infiammazioni.

Ma c'è da chiedersi: quanto è realistico sorseggiare il nostro "rimedio antiossidante" senza cadere in trappole più oscure?

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L'idea che il vino possa essere un alleato del cuore è affascinante. Il resveratrolo sembra giocare un ruolo positivo nella gestione del colesterolo, creando un quadro ottimista per gli amanti del vino. Ma, e c'è sempre un ma, quanto vino è troppo? Gli studi indicano chiaramente che l'eccesso può annullare questi benefici.

Ci sono voci che suggeriscono che il vino, con moderazione, possa agire come uno scudo contro il declino cognitivo. Tuttavia, è fondamentale mantenere il passo giusto nella danza dell'equilibrio. Consumare troppo potrebbe portare a una performance molto diversa, con rischi di problemi mentali e declino cognitivo accelerato.

Dall'altra parte della medaglia, il vino potrebbe rivelarsi un amante infedele. Il rischio di dipendenza è una realtà che non possiamo ignorare. L'abuso di alcol può portare a una spirale discendente, causando danni irreversibili alla salute fisica e mentale.

Il vino, nonostante i suoi pretesi benefici, ha il suo lato oscuro. L'aumento del rischio di malattie epatiche, disturbi gastrointestinali e problemi immunitari è una realtà che dovremmo affrontare con occhi aperti. La dolcezza di un sorso di vino potrebbe essere accompagnata dall'amarezza di conseguenze indesiderate.

In conclusione, il vino è un compagno complesso. I suoi benefici possono essere reali, ma solo quando consumato con moderazione. L'equilibrio è la chiave, e la consapevolezza dei rischi è essenziale. Come per tutte le cose, il discernimento è fondamentale. Consultare un professionista della salute per comprendere come il vino può integrarsi nella propria vita è il passo saggio. Alla fine, nella danza tra il piacere e la preoccupazione, la moderazione sarà sempre la miglior partner.

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Economia

BTP Valore – Continua il successo ed arriva a raccogliere oltre 9 Mld

BTP Valore – Continua il successo ed arriva a raccogliere oltre 9 Mld

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La giornata di ieri ha visto una chiusura straordinaria per il Btp Valore, con ordini che hanno raggiunto la cifra significativa di 4,543 miliardi di euro. Questa notizia giunge nel contesto della seconda emissione del titolo, un'operazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) destinata a sostenere i piccoli risparmiatori.

La durata di questo titolo è fissata a 5 anni, durante i quali offre cedole trimestrali ai suoi detentori. Un elemento chiave che ha attirato l'attenzione degli investitori è l'extra premio finale di fedeltà, che ammonta al 0,5% per coloro che mantengono il titolo fino alla sua scadenza.

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La richiesta per il Btp Valore continua a rimanere elevata, evidenziando la fiducia degli investitori in questo strumento emesso dal Mef. Nella seconda giornata di collocamento, gli ordini raccolti hanno raggiunto i 4,543 miliardi di euro, sommandosi ai 4,768 miliardi della giornata precedente. Il totale delle domande ha raggiunto così l'impressionante cifra di 9,311 miliardi di euro.

Il Btp Valore è particolarmente attraente per i piccoli risparmiatori, grazie alla sua combinazione di rendimenti competitivi e sicurezza. La garanzia di un tasso minimo del 4,10% nei primi 3 anni rappresenta un elemento di stabilità, con un ulteriore incentivo dato dall'incremento al 4,50% per il quarto e quinto anno.

La seconda emissione del Btp Valore si concluderà venerdì prossimo, salvo chiusura anticipata. Gli investitori hanno quindi ancora un breve periodo per partecipare a questa opportunità di investimento, sfruttando i rendimenti attraenti e i benefici a lungo termine offerti da questo titolo.

La risposta positiva degli investitori indica la rilevanza di strategie di finanziamento pubblico che coinvolgono direttamente i cittadini, offrendo loro opportunità di investimento allettanti. Il successo di questa emissione potrebbe ispirare futuri programmi simili, rafforzando il legame tra il governo e i cittadini nel settore finanziario.

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Impresa

Imprese italiane – I dati parlano di chiusure e fallimenti

Imprese italiane – I dati parlano di chiusure e fallimenti

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Dopo un periodo di oltre un anno segnato dalla continua decrescita, l'economia italiana si trova ad affrontare una svolta critica, con i fallimenti e le chiusure d'impresa che tornano ad aumentare, secondo il recente rapporto del Cerved. Nel secondo trimestre del 2023, oltre 12.000 imprese hanno abbassato le saracinesche, evidenziando un aumento dei fallimenti del 1,5% e una significativa impennata del 26,1% nelle liquidazioni volontarie.

Il report intitolato 'Le chiusure d’impresa nel 2q 2023 e gli impatti sull’economia reale' sottolinea un cambiamento di tendenza preoccupante. Nel secondo semestre del 2023, 2.070 imprese sono fallite, un aumento rispetto ai 2.039 fallimenti registrati nel 2q del 2022. Le liquidazioni in bonis, che indicano chiusure volontarie, sono salite a 10.446, rispetto alle 8.282 registrate nello stesso periodo dell'anno precedente.

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Le principali vittime di questa crescente ondata di fallimenti sono le piccole e medie imprese del nord-est (+12,1%) e del centro Italia (+11,6%). La crisi di liquidità e l'allungamento dei tempi di pagamento verso i fornitori sono state individuate come i principali fattori che influiscono negativamente sulle PMI. Questi ritardi spesso sfociano in mancati pagamenti, mettendo a dura prova la sostenibilità finanziaria delle imprese.

Nel secondo trimestre del 2023, le ditte individuali hanno subito un aumento del 27,7% nei fallimenti, mentre le società di capitali hanno registrato un modesto incremento del 0,3%. Le aziende con un fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di euro sono state particolarmente colpite, con un aumento del 44,8%.

L'industria ha subito un aumento del 5,2% nei fallimenti, mentre alcuni servizi hanno registrato incrementi significativi, in particolare i produttori di forno (+84,6%), alberghi (+50%) e ingrosso costruzioni (+30%). Anche settori come i servizi sanitari, le lavorazioni meccaniche e metallurgiche, la carpenteria metallica, i servizi informatici e software e la ristorazione hanno mostrato segni di sofferenza, con aumenti compresi tra il 20% e il 33,3%.

Le imprese del nord-ovest (+30,7%), del centro (+27,4%) e del Mezzogiorno (+23,5%) hanno registrato i tassi più elevati di chiusure volontarie. In particolare, si evidenziano aumenti significativi in regioni come l'Umbria (+72,5%), Calabria (+42%), Sardegna (+41%) e Sicilia (+39%).

Secondo il Cerved, l'aumento dei fallimenti e delle liquidazioni volontarie sono fenomeni distinti. Il fallimento di un'impresa è un processo di deterioramento che si sviluppa nel tempo, spesso preceduto da una riduzione del volume d'affari. D'altra parte, le liquidazioni volontarie sono indicatori istantanei di aspettative imprenditoriali in peggioramento, spesso legate a margini insufficienti per continuare l'attività.

Il CEO di Cerved, Andrea Mignanelli, sottolinea che l'impennata dell'inflazione e l'accompagnato rialzo dei tassi di interesse si sono manifestati in modo asimmetrico sulle imprese. La gestione tempestiva di segnali di allarme e situazioni di crisi, attraverso l'utilizzo di dati, algoritmi predittivi e tecnologia, diventa quindi cruciale in un contesto economico sempre più incerto.

In conclusione, l'aumento dei fallimenti e delle chiusure d'impresa in Italia nel 2023 richiede un'analisi attenta e misure immediate per sostenere il tessuto imprenditoriale e prevenire ulteriori contraccolpi sull'economia nazionale.

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Impresa

Yeastime dimostra come aiutare il pianeta, bevendo birra

Yeastime dimostra come aiutare il pianeta, bevendo birra

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Il Festival dell'Economia Civile ha recentemente premiato cinque giovani talenti romani per la loro straordinaria iniziativa imprenditoriale che unisce originalità, ricerca e sostenibilità. Con Yeastime, il cui sottotitolo potrebbe essere "The Art of Fermentation... della birra," questi ricercatori e imprenditori stanno rivoluzionando il mondo della produzione di birra attraverso un approccio innovativo che pone al centro l'impatto ambientale. Guidati da Pierfrancesco Mazzolini, Ulisse Castellano, Alessandro Contaldo, Luca Buccarello e Federico Ortenzi, il team ha conquistato il primo premio, un riconoscimento ben meritato per la loro startup sostenibile, inclusiva e competitiva.

Tutto è iniziato nel 2021 quando i membri di Yeastime, appassionati homebrewer, hanno deciso di esplorare i processi di ottimizzazione per la fermentazione della birra. Con un background multidisciplinare che comprende biotecnologia, ingegneria e informatica, hanno portato la loro passione dal garage di casa ai laboratori dell'Accademia di Roma Tor Vergata. Sostenuti da una decina di collaboratori, tra cui fisici, ingegneri e informatici, hanno iniziato a esplorare il mondo della bioacustica, focalizzandosi sulle onde acustiche e il loro impatto sui processi biologici.

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La chiave del successo di Yeastime risiede nella loro tecnologia brevettata che utilizza una stimolazione meccanica attraverso onde sonore legate ai processi di fermentazione basati su culture cellulari liquide. Il dispositivo, che definiscono "consumer friendly," è collegato a fermentatori già esistenti. Questa stimolazione acustica riduce i tempi di fermentazione e aumenta la resa del bioprocesso, portando a un notevole risparmio di tempo ed energia. Riducendo l'energia necessaria per produrre un litro di birra, Yeastime non solo aumenta la produttività delle aziende, ma contribuisce anche a una significativa riduzione dell'impatto ambientale.

Secondo le stime del team, se la loro tecnologia venisse adottata su larga scala nel mercato della birra, l'inquinamento potrebbe diminuire fino al 30%. Il risparmio energetico è un altro punto chiave, poiché l'efficienza introdotta da Yeastime significa meno tempo per produrre la birra e, di conseguenza, meno energia impiegata complessivamente. Il direttore informatico, Luca Buccarello, sottolinea che l'efficienza si traduce anche in una produzione più sostenibile, senza la necessità di introdurre nuovi materiali di consumo.

Yeastime non è solo un esempio di innovazione tecnologica, ma anche di impegno per un futuro sostenibile. La loro idea non solo aumenta la competitività delle aziende birraie, ma ha il potenziale per ridurre significativamente l'impatto ambientale del settore. In un panorama in cui altre startup, come Bestbefore, FattorMia, Ummy e Ticketoo, stanno anch'esse contribuendo a rendere l'economia più civile, Yeastime si distingue per la sua capacità di coniugare la passione per la birra con una visione etica e sostenibile per il futuro.

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Economia

Arera – Previsione aumento spesa gas del 4,8%

Arera – Previsione aumento spesa gas del 4,8%

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Nel mese di settembre, l'Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha annunciato un aumento del 4,8% delle tariffe del gas rispetto al mese precedente nel mercato tutelato. Tale mercato riguarda circa 10 milioni di utenti, rappresentando un terzo degli utenti totali. Questo incremento è completamente attribuibile all'aumento del prezzo medio del metano rispetto ad agosto.

Il prezzo medio del metano nel mercato italiano all'ingrosso, rappresentato dal Psv, ha registrato una quotazione media di 37,05 euro al megawattora a settembre. Sebbene gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura siano rimasti invariati, l'effetto finale comporta un aumento della spesa per il gas per una famiglia media nell'anno scorrevole (ottobre 2022 - settembre 2023) di circa 1.459 euro, al lordo delle imposte. Tuttavia, va sottolineato che questo importo rappresenta un calo del 13,9% rispetto al periodo equivalente dell'anno precedente (ottobre 2021 - settembre 2022).

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Va notato che, nonostante l'incremento delle tariffe del gas, gli oneri generali e la riduzione IVA al 5% rimangono invariati per settembre e per l'intero 2023. Questo è parte delle misure adottate per attenuare gli impatti finanziari sulle famiglie.

Il 28 settembre, l'Arera aveva anche comunicato l'aggiornamento delle tariffe dell'elettricità sul mercato tutelato, che ha registrato un aumento significativo del 18,6% nel quarto trimestre del 2023 rispetto al trimestre precedente.

Il Decreto legge Energia, approvato il 25 settembre, prevede un contributo straordinario per le famiglie che già ricevono il bonus elettrico, con un finanziamento totale di 300 milioni di euro. Tuttavia, questo contributo è graduale in base al numero di componenti familiari e limitato alle famiglie con un livello Isee fino a 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie numerose).

Il Codacons ha commentato che l'aumento del 4,8% delle tariffe del gas porterà la bolletta media di una famiglia del mercato tutelato a quota 1.327 euro annui. Considerando anche l'aumento delle tariffe della luce negli ultimi tre mesi, la spesa totale per luce e gas raggiungerà 2.091 euro annui a nucleo familiare, con un aumento di 181 euro rispetto alle tariffe precedenti.

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha espresso preoccupazioni sul rischio di un'ulteriore escalation dei prezzi dell'energia nei mesi invernali, quando si concentra l'80% dei consumi di gas delle famiglie. Aggiunge che la fine del mercato tutelato potrebbe causare rincari significativi sulle bollette energetiche degli italiani. Pertanto, il Codacons ribadisce la necessità di rinviare lo stop al regime di maggior tutela, considerando l'attuale instabilità dei prezzi e la mancanza di condizioni favorevoli per abbandonare il mercato tutelato.

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Crypto

Coinbase e la decisione di eliminare 80 coppie crypto, una strategia per USDC?

Coinbase e la decisione di eliminare 80 coppie crypto, una strategia per USDC?

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Continuano le grandi manovre nel mondo degli exchange, con Coinbase che annuncia la rimozione di 80 coppie dal proprio platform. Tuttavia, prima di far scattare l'allarme, è essenziale analizzare attentamente i dettagli di questa decisione.

Innanzitutto, è importante notare che nessuna delle coppie coinvolte ha a che fare direttamente con il dollaro USA. In secondo luogo, queste coppie sono caratterizzate da una bassa liquidità di mercato. Infine, sebbene verranno rimosse dalla piattaforma principale, sarà ancora possibile fare trading su di esse sulla piattaforma Advanced, ma solo contro l'USDC (USD Coin), un token stabile ancorato al dollaro statunitense.

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Questa mossa solleva domande sulle reali intenzioni di Coinbase riguardo a determinati asset criptovalutari. Tuttavia, sembra che la decisione sia più incentrata sulla gestione di uno degli investimenti più significativi dell'exchange, ovvero l'USDC. Questo token stabile rappresenta milioni di interessi per Coinbase e ha visto la società coinvolta direttamente nella sua gestione.

La lista delle coppie coinvolte è lunga e comprende anche alcune criptovalute relativamente popolari. La rimozione di queste coppie è programmata per il prossimo 16 ottobre alle 21:30 (ora italiana). Prima di questa data, sarà ancora possibile fare trading su di esse, anche se è probabile che la liquidità diminuirà progressivamente.

Tuttavia, per coloro che detengono una delle criptovalute coinvolte, c'è un'opzione: continuare a scambiarle contro l'USDC. Questa è la spiegazione fornita da Coinbase, una motivazione credibile che, tuttavia, rivela un aspetto più profondo della strategia dell'exchange. Coinbase sta chiaramente concentrando gli scambi su USDC da un po' di tempo, senza troppo segreto.

Questa decisione richiama alla mente movimenti simili effettuati in passato da altre piattaforme, come Binance, anche se con proporzioni diverse. L'attenzione verso token stabili specifici è stata spiegata dettagliatamente in precedenti analisi di settore. Sembra che gli exchange stiano delineando una chiara preferenza per determinati asset, probabilmente guidati da considerazioni strategiche e legami finanziari.

Per gli utenti, potrebbe sembrare una mossa drastica, ma è importante ricordare che la rimozione di queste coppie è mirata a garantire una maggiore liquidità e stabilità sulla piattaforma. In ultima analisi, potrebbe trattarsi di un passo positivo per l'ecosistema crypto, anche se comporta la temporanea scomparsa di alcune coppie meno liquide.

In conclusione, non c'è motivo di preoccuparsi eccessivamente. Come diceva una vecchia canzone, sono "cose della vita". Per gli asset interessati, questa è semplicemente una fase di adattamento nel sempre mutevole panorama delle criptovalute.

A seguire l'elenco delle coppie eliminate:

ACH-USDT, AGLD-USDT, ARPA-EUR, ARPA-USDT, AUCTION-EUR, AUCTION-USDT, BADGER-EUR, BADGER-USDT, BAND-BTC, BAND-EUR, BAND-GBP, BNT-BTC, BNT-EUR, BTRST-BTC, BTRST-EUR, BTRST-USDT, C98-USDT, CTSI-BTC, DESO-USDT, ELA-USDT, ERN-USDT, FORTH-BTC, FORTH-EUR, GAL-USDT, HFT-USDT, IDEX-USDT, IOTX-EUR, KNC-BTC, KSM-USDT, LCX-EUR, LCX-USDT, LQTY-EUR, LQTY-USDT, METIS-USDT, NKN-BTC, NKN-EUR, NKN-GBP, NMR-BTC, NMR-EUR, NMR-GBP, OGN-BTC, PERP-EUR, PERP-USDT, POND-USDT, POWR-EUR, POWR-USDT, RAD-BTC, RAD-EUR, RAD-GBP, RAD-USDT, REN-BTC, REQ-BTC, REQ-EUR, REQ-GBP, REQ-USDT, RLC-BTC, SKL-BTC, SKL-EUR, SKL-GBP, SPELL-USDT, STORJ-BTC, SUPER-USDT, SUSHI-BTC, SUSHI-ETH, SUSHI-EUR, SUSHI-GBP, TRAC-EUR, TRAC-USDT, TRU-BTC, TRU-EUR, TRU-USDT, UMA-BTC, UMA-EUR, UMA-GBP, XYO-EUR, XYO-USDT, ZEN-BTC, ZEN-USDT, ZRX-BTC, ZRX-EUR.

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Politica

Privatizzazioni – Occhi puntati su Autostrade, ma la politica è divisa

Privatizzazioni – Occhi puntati su Autostrade, ma la politica è divisa

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La recente indiscrezione riportata dall'agenzia Bloomberg sulla possibile vendita delle Autostrade sta suscitando un dibattito sul futuro delle infrastrutture autostradali in Italia. Secondo le informazioni, il gruppo piemontese Fininc, legato alla famiglia Dogliani e attivo in settori diversificati, starebbe considerando un'offerta per acquisire la quota di controllo del 51% di Holding Reti Autostradali (Hra), attualmente detenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Attualmente, il restante 49% di Hra è suddiviso equamente tra i fondi Blackstone e Macquarie, mentre la holding detiene l'88% di Autostrade per l'Italia (Aspi). Questa possibile acquisizione da parte di Fininc è stata organizzata con il supporto della boutique finanziaria Kaufmann & Partners, fondata dall'ex manager Telecom Francesco De Leo, e sembra essere stata motivata dalle preoccupazioni del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini riguardo allo stallo degli investimenti in Aspi.

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Tuttavia, il governo italiano sembra non essere a conoscenza né intenzionato a sostenere un'offerta per Aspi da parte di Fininc, come dichiarato da Palazzo Chigi in una nota ufficiale. Inoltre, i patti parasociali di Hra, siglati nel maggio 2022 tra Cdp Equity, Blackstone e Macquarie, impongono un vincolo di non vendita delle azioni per cinque anni, fino al 2027, a meno che tutte le parti coinvolte non siano d'accordo sulla vendita.

Le dichiarazioni del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che prevede incassi da privatizzazioni per 20 miliardi in tre anni, aggiungono un ulteriore elemento di contesto. Mentre la vendita del controllo di Aspi potrebbe rappresentare un contributo significativo a questo obiettivo, va notato che l'incasso non sarebbe un afflusso diretto di denaro verso il Tesoro. Si dovrebbe passare attraverso l'erogazione di un dividendo dalla Cdp al Ministero dell'Economia (Mef), che detiene l'87% della Cdp. Questo processo, soggetto a tassazione al 15% a carico della Cdp, potrebbe richiedere tempo, ma potrebbe avere senso nel lungo periodo.

Oltre alle Autostrade, il governo italiano sta considerando la privatizzazione di altre aziende di proprietà pubblica. Il Monte dei Paschi di Siena, di cui il Mef detiene direttamente il 64,2%, e Ita Airways, di cui il Mef possiede il 100%, sono tra le società che potrebbero essere dismesse entro il 2026. Anche la partecipazione del Tesoro nel 29,26% di Poste, una società quotata in Borsa con una capitalizzazione di quasi 13 miliardi, potrebbe essere facilmente ceduta, considerando che il controllo rimarrebbe in capo alla Cdp.

Inoltre, potrebbe essere opportuno riconsiderare il progetto di quotazione in Borsa di Trenitalia, interamente controllata dalle Ferrovie dello Stato (Fs). Questa mossa potrebbe aprire nuove opportunità di finanziamento e investimento nel settore ferroviario italiano.

In conclusione, il futuro delle Autostrade in Italia sembra essere oggetto di attenzione e dibattito, con molteplici considerazioni economiche e politiche in gioco. La privatizzazione potrebbe essere una strategia per sbloccare investimenti e generare entrate per il governo, ma è chiaro che ci sono ancora diversi ostacoli e discussioni in corso.

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