Airbnb: Battaglia legale per l’omessa dichiarazione fiscale
Impresa
La procura di Milano ha ottenuto un sequestro record di oltre 779 milioni di euro nei confronti di Airbnb Ireland Unlimited Company e di tre suoi amministratori. La contestazione principale riguarda il mancato versamento della cedolare secca dal 2017 al 2021, sancito dalla legge italiana.
Al centro della vicenda c'è una legge del 2017 che ha generato una lunga battaglia legale tra l'Agenzia delle Entrate e Airbnb. La norma stabilisce che le piattaforme agiscano da sostituto d'imposta per gli host, trattenendo e versando il 21% sui guadagni derivanti dagli affitti brevi. Airbnb ha impugnato la normativa, ma la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha confermato l'obbligo di raccogliere informazioni e applicare la ritenuta alla fonte. Tuttavia, ha dato ragione ad Airbnb sull'obbligo di designare un rappresentante fiscale, considerato eccessivo.
Il sequestro è il risultato delle indagini che hanno evidenziato il mancato adempimento da parte di Airbnb agli obblighi fiscali. La Corte di Giustizia dell'UE e il Consiglio di Stato italiano hanno emesso sentenze a favore del fisco, confermando l'obbligo di prelievo alla fonte. La misura cautelare è basata sull'accusa di omessa dichiarazione fiscale, commessa da gennaio 2019 a gennaio 2023, e mira a prevenire la dispersione della somma oggetto di illecito risparmio fiscale.
Il giudice di Milano, Angela Minerva, ha sottolineato che Airbnb ha scelto consapevolmente di non conformarsi alla normativa italiana sulla cedolare secca per preservare quote di mercato. Questa "opzione aziendale" è stata mantenuta nonostante le verifiche fiscali della Guardia di Finanza. Il giudice ha motivato il sequestro, sottolineando il pericolo di dispersione della somma evasa e i danni derivanti dal mancato incasso del debito erariale, colpendo anche gli operatori del settore che rispettano gli obblighi fiscali.
Il sequestro di oltre 779 milioni di euro rappresenta una tappa significativa nella lunga controversia tra Airbnb e l'Agenzia delle Entrate italiana. La decisione giudiziaria sottolinea l'importanza del rispetto delle normative fiscali da parte delle piattaforme di affitti brevi e le conseguenze che derivano dall'omessa dichiarazione fiscale. Resta ora da vedere come evolverà la situazione e se questa sentenza avrà impatti significativi sulle politiche aziendali delle piattaforme di sharing economy.
PUBBLICITÁ
Puoi seguirci anche sulle nostre piattaforme social