Al G20 la questione Ucraina si conferma un tema delicatissimo

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Il vertice del G20, che si è tenuto a Nuova Delhi, ha dato vita a una dichiarazione congiunta che ha sollevato dibattiti e controversie a causa della sua posizione sulla guerra in Ucraina. Nonostante il clima teso che ha caratterizzato l'incontro, i leader delle principali potenze mondiali non sono riusciti a condannare l'invasione russa dell'Ucraina. Questo compromesso, o forse una mancanza di accordo, è emerso in seguito al rifiuto da parte di Cina e Russia di accettare un linguaggio che accusasse Mosca del conflitto. Il risultato ha evidenziato la mancanza di un consenso globale a sostegno di Kiev, ma anche le tensioni geopolitiche in atto tra le principali potenze mondiali.

Una delle questioni più controverse nella dichiarazione è stata la formulazione stessa del conflitto. La dichiarazione ha fatto riferimento solo alla "guerra in Ucraina", evitando di specificare chi fosse l'aggressore e chi l'aggredito. Questa formulazione è stata oggetto di critiche da parte dei sostenitori di Kiev, come gli Stati Uniti e gli alleati della NATO, che l'hanno ritenuta ambigua e equivoca, implicando che entrambe le parti fossero ugualmente colpevoli. Alla fine, è stata adottata una linea più soft, che ha reso il conflitto privo di aggressori e aggrediti.

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Questo compromesso riflette una realtà geopolitica complessa, in cui le principali potenze mondiali stanno cercando di stabilire nuovi equilibri. Gli Stati Uniti, la Cina e la Russia sono diventati punti focali di questa dinamica globale. La dichiarazione congiunta del G20, frutto di settimane di negoziati e di intense discussioni tra diplomatici durante il vertice stesso, rappresenta un colpo duro per i Paesi occidentali che hanno cercato di convincere i Paesi in via di sviluppo a condannare Mosca e sostenere l'Ucraina.

La dichiarazione, composta da 83 paragrafi, ha cercato di concentrare l'attenzione del forum multilaterale sulle questioni del Sud del mondo. Tuttavia, ha omesso parole presenti nella dichiarazione dell'anno precedente che condannavano apertamente l'aggressione russa contro l'Ucraina. La formulazione che "la maggior parte dei membri ha condannato fermamente la guerra" è stata una delle numerose modifiche apportate. Invece di condannare esplicitamente l'aggressione russa, gli Stati membri del G20 hanno deciso di sostenere i principi della Carta delle Nazioni Unite sull'integrità territoriale e contro l'uso della forza.

Il ministro indiano degli affari esteri, S Jaishankar, ha commentato il compromesso affermando: "È un dato di fatto che oggi questa è una questione molto polarizzante e ci sono molteplici punti di vista al riguardo. Ci sono opinioni diverse su questo argomento, quindi penso che in tutta onestà fosse giusto registrare quella che era la realtà nelle sale riunioni".

La questione dell'aggressione russa in Ucraina è chiaramente divisiva e ha evidenziato la complessità delle relazioni internazionali contemporanee. La Cina, che ha evitato di condannare apertamente l'azione russa, ha giocato un ruolo centrale in questo compromesso. L'assenza del presidente cinese Xi Jinping all'incontro ha suscitato molte discussioni, poiché è stato rappresentato dal premier Li Qiang. Alcuni analisti hanno interpretato questa scelta come un affronto.

Tuttavia, la formulazione della dichiarazione riflette ancora molte delle posizioni politiche chiave della Cina. Ad esempio, la Cina ha insistito sul fatto che il G20 dovrebbe limitarsi alle questioni economiche internazionali, mantenendo un tono cauto nella discussione sull'Ucraina e sulle armi nucleari. Allo stesso tempo, la Cina ha sottolineato il suo impegno nel sostenere l'adesione all'Unione africana.

In conclusione, il G20 di Nuova Delhi ha rappresentato un passo incerto nella risoluzione del conflitto in Ucraina. La mancanza di condanne esplicite e l'ambiguità della formulazione riflettono la complessità delle dinamiche geopolitiche globali, con Stati Uniti, Cina e Russia che continuano a esercitare una forte influenza sulla scena internazionale. Resta da vedere come questa situazione si evolverà nel tempo e se si raggiungerà mai un accordo globale sulla questione ucraina.

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