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Asl in Abruzzo hackerato, richiesti 3 milioni di euro in bitcoin per non diffondere dati sensibili

La ASL 1 Avezzano Sulmona L'Aquila è stata vittima di un grave attacco hacker che ha compromesso i suoi server aziendali, portando alla pubblicazione di dati sensibili. I criminali informatici, come riportato da Il Centro, hanno minacciato di diffondere ulteriori informazioni, tra cui dati relativi ai bambini, a meno che non venga pagato un riscatto di 3 milioni di bitcoin. Nel frattempo, la Polizia postale sta conducendo un'indagine sulle modalità di accesso dei pirati informatici ai server della ASL.

Come risultato dei disagi causati dall'attacco, sono state presentate circa un centinaio di richieste di risarcimento alla ASL 1. Queste richieste potrebbero innescare un potenziale contenzioso legale. I cittadini che si sono rivolti agli avvocati intendono ottenere informazioni dettagliate sulla violazione dei propri dati personali, genetici, biometrici e sanitari. Inoltre, desiderano sapere se la ASL è in grado di ricostruire la storia clinica dei pazienti per scopi terapeutici e di ripristinare o ricostruire i dati sottratti.

La task force incaricata di gestire l'emergenza legata all'attacco hacker sta lavorando per risolvere la situazione. Nel frattempo, la direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo sta conducendo le indagini sul caso. Nel frattempo, i pirati informatici continuano a minacciare nuovi attacchi, inclusi altri enti sanitari abruzzesi, e a pubblicare ulteriori dati sensibili, come risultati di esami clinici. Tuttavia, il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha negato categoricamente il pagamento del riscatto.

Le prime richieste di risarcimento sono state presentate dai legali Marco Colantoni del Foro di L'Aquila e Pier Luigi D'Amore del Foro di Avezzano. Gli avvocati hanno richiesto informazioni dettagliate sulle misure di protezione adottate dalla ASL prima dell'attacco e sulle azioni intraprese per farvi fronte. La delicata situazione potrebbe pregiudicare i diritti degli assistiti e di tutti i soggetti interessati, sia in termini di privacy che di possibilità per la ASL di fornire servizi conformi agli standard. Ad esempio, i pazienti che richiedono un monitoraggio costante e il confronto tra i risultati degli esami passati e futuri potrebbero incontrare difficoltà a causa della compromissione dei dati.

L'attacco hacker è iniziato come una segnalazione di disservizio e solo in seguito sono emerse indiscrezioni su un presunto attacco informatico, confermato successivamente dalla stessa ASL. Le informazioni sulle indagini in corso sono limitate per garantire la riservatezza dell'operazione. Nel frattempo, sono circolate voci su richieste di riscatto per il rilascio dei dati sottratti. I criminaliinformatici hanno pubblicato una piccola parte dei dati, dimostrando così di avere effettivamente accesso alle informazioni sensibili. Nonostante la direzione aziendale abbia diffidato i media dal diffondere il materiale proveniente dall'attacco informatico, è emerso che tali dati potrebbero circolare su canali non ufficiali. Ci sono persino indiscrezioni che suggeriscono che anche gli esami medici del detenuto Matteo Messina Denaro, detenuto nel carcere aquilano e sotto il regime del 41 bis, siano stati "sequestrati" dagli hacker. Si presume che siano stati rubati esami del sangue e TAC, mentre le cartelle cliniche sarebbero state archiviate su supporto cartaceo negli uffici del carcere.

Va sottolineato che la possibile vulnerabilità della rete è oggetto di un progetto pilota in Europa, promosso dal garante abruzzese per i detenuti, Giammarco Cifaldi, in collaborazione con la Regione Abruzzo. Tale progetto prevede l'implementazione di un sistema di protezione dei dati relativi alla popolazione carceraria tramite la creazione di una cartella sanitaria specifica per la medicina penitenziaria.

Da un lato, le indagini sono in corso per identificare gli autori dell'attacco, ma le informazioni a riguardo sono scarse e riservate per non compromettere le attività investigative. Dall'altro lato, la ASL, insieme al suo personale, sta facendo il possibile per mitigare i disagi causati agli utenti e ripristinare la normalità dei servizi.

La situazione attuale rappresenta una grave minaccia per la sicurezza dei dati sensibili e solleva importanti questioni relative alla privacy dei cittadini e alla responsabilità delle istituzioni nella protezione di tali informazioni. È necessario un'analisi accurata delle misure di sicurezza adottate prima dell'attacco e delle azioni intraprese per affrontare l'emergenza. Inoltre, sarà cruciale valutare la capacità della ASL di ripristinare i dati compromessi e garantire la continuità delle cure per i pazienti.

L'attacco hacker alla ASL 1 Avezzano Sulmona L'Aquila rappresenta un grave avvertimento per tutte le organizzazioni pubbliche e private riguardo alla necessità di investire nella sicurezza informatica e di adottare misure di protezione adeguate per prevenire tali attacchi. È fondamentale che le istituzioni e le aziende adottino protocolli di sicurezza robusti e che sensibilizzino il proprio personale sulla prevenzione delle minacce informatiche.

L'evento in questione potrebbe avere implicazioni legali significative per la ASL 1 Avezzano Sulmona L'Aquila, sia in termini di richieste di risarcimento da parte dei cittadini interessati, sia dal punto di vista delle indagini condotte dalla Procura con il supporto dell'Antiterrorismo. Sarà essenziale un'approfondita valutazione delle responsabilità e delle conseguenze legali per tutte le parti coinvolte.

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Autore:

Redazione Rid Investment

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