Bankitalia parla e smonta drasticamente il vano ottimismo del governo

L'ottimismo espresso in questi ultimi mesi, soprattutto dal governo guidato da Meloni, sulla rapida ripresa dell'economia italiana, ha subito una prima e autorevole smentita con l'uscita del nuovo bollettino economico di Bankitalia. Le speranze di una rapida corsa dell'economia italiana, definita come "la lepre dell'economia europea" dagli apologeti, sembrano ora azzoppate.

Secondo le nuove previsioni di Bankitalia, il Pil dell'Italia crescerà solo del 1,3% quest'anno, del 0,9% nel 2024 e dell'1,0% nel 2025. Questi dati ridimensionano notevolmente le aspettative e rivelano una situazione meno rosea di quanto si pensasse inizialmente. La produzione manifatturiera italiana ha avuto difficoltà a decollare, evidenziando problemi strutturali e dimensionali, ma anche un quadro internazionale e europeo sfavorevole che ha influito negativamente.

PUBBLICITÁ

La produzione manifatturiera italiana è fortemente integrata con le principali economie europee, e quindi, se paesi come la Germania entrano in recessione tecnica, l'impatto sulla produzione industriale italiana si fa sentire immediatamente. La situazione è stata ulteriormente complicata dall'esondazione delle acque in Emilia Romagna, una regione strettamente legata all'economia tedesca. Tuttavia, secondo Bankitalia, l'impatto della catastrofe sul PIL nazionale è relativamente contenuto.

Un altro fattore che ha contribuito alla frenata della ripresa è l'andamento meno brillante dei consumi rispetto alle aspettative. Le retribuzioni sono diminuite del 15% a causa dell'inflazione, e questo ha avuto un impatto significativo sulle abitudini di spesa dei cittadini. La spesa per servizi è cresciuta, mentre quella per l'acquisto di beni è diminuita, il che riflette anche l'aumento dell'occupazione precaria e dei contratti atipici.

L'inflazione è un altro elemento critico che Bankitalia ha preso in considerazione. I dati indicano un tasso medio di inflazione del 6% per quest'anno, ma si prevede una diminuzione fino al 2,3% l'anno successivo e un ritorno al 2% nel 2025. Questo calo dovrebbe essere garantito dai ribassi dei prezzi delle materie prime energetiche. Tuttavia, sorge il dubbio che questa previsione sia realistica, considerando il contesto internazionale segnato dalle tensioni tra Russia e Ucraina, e l'elevata resistenza dei costi energetici al ribasso in Italia.

Bankitalia termina il comunicato rassicurando il mondo imprenditoriale sulla possibile rincorsa tra prezzi e salari, ma altre istituzioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, considerano i profitti aziendali come fattore determinante per l'aumento dei prezzi. Il quadro economico italiano appare quindi meno positivo di quanto si sperava e il governo Meloni dovrà fare i conti con queste sfide per ridare slancio all'economia del paese. La politica economica basata sulla crescita dei profitti sembra non aver dato i risultati sperati e occorre adottare una strategia più inclusiva e sostenibile per garantire una reale ripresa economica.

Condividi questo articolo

Autore:

Redazione Rid Investment

PUBBLICITÁ