Brainoware: Il futuro dell’informatica unisce neuroni umani e chip elettronici

L'avanzamento delle Intelligenze Artificiali, in particolare quelle basate su apprendimento automatico, richiede una crescente potenza di calcolo. Man mano che i sistemi diventano più sofisticati, l'efficienza energetica dei chip e dei computer diventa cruciale. In risposta a questa sfida, la ricerca si è orientata verso lo sviluppo di sistemi informatici neuromorfici, ispirati al funzionamento del cervello biologico noto per il suo basso consumo energetico rispetto agli equivalenti elettronici.

Il gruppo guidato da Feng Guo ha raggiunto un traguardo significativo fondendo insieme un chip elettronico con un organoide cerebrale in miniatura, ottenuto da cellule neuronali umane. Il risultato, denominato Brainoware, rappresenta un mini-computer ibrido con elevate prestazioni e un consumo energetico notevolmente ridotto rispetto ai suoi omologhi puramente elettronici.

I ricercatori hanno sottoposto Brainoware a diverse prove, dimostrando la sua capacità di eseguire calcoli avanzati per il riconoscimento vocale. In particolare, è stato testato su suoni giapponesi, basandosi su 240 registrazioni audio provenienti da 8 persone diverse. Inoltre, il mini-computer è stato impiegato per calcolare l'evoluzione di un sistema dinamico, evidenziando la sua versatilità e affidabilità in applicazioni complesse.

Lena Smirnova dell'Università Johns Hopkins a Baltimora ha sottolineato che, sebbene potrebbero volerci decenni prima di realizzare sistemi generali di bioinformatica, la ricerca su Brainoware potrebbe generare intuizioni fondamentali sui meccanismi di apprendimento, lo sviluppo neurale e le implicazioni cognitive delle malattie neurodegenerative. Questo rappresenta un passo avanti cruciale non solo per il campo della bioinformatica, ma anche per la comprensione del funzionamento del cervello umano.

Il successo di Brainoware apre nuove prospettive nella ricerca di soluzioni informatiche che integrano il meglio della biologia e dell'elettronica. Questo mini-computer ibrido potrebbe rivoluzionare l'approccio alla progettazione di sistemi intelligenti, aprendo la strada a futuri sviluppi nell'integrazione tra il mondo biologico e quello tecnologico.

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