Crescita economica dell’Asia Centrale, la locomotiva è russa

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Viviamo in un'epoca di incertezza, dove le vicende internazionali e i cambiamenti climatici influenzano profondamente le economie di tutto il mondo. Tuttavia, uno scenario inaspettato emerge dall'Asia centrale, dove diverse nazioni stanno vivendo una notevole crescita economica, sfidando le tendenze globali. Secondo l'ultimo rapporto della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), questa regione ha registrato una crescita significativa nella prima metà del 2023.

Il Tagikistan guida la carica con una previsione di crescita del Prodotto Interno Lordo del 7,5% per quest'anno, seguito da Uzbekistan (6,5%), Kazakistan (5%) e Kirghizistan (4,6%). Diverse ragioni contribuiscono a questa dinamica, ma un elemento chiave è l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. Secondo l'analisi di Anna Matveeva del Russia Institute del King's College, cittadini russi e bielorussi stanno trasferendo i loro capitali in Asia centrale per evitare le sanzioni occidentali, generando un aumento dei consumi e della domanda di servizi sofisticati.

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Le imprese russe, in particolare, si stanno stabilendo principalmente in Kazakistan e Kirghizistan, attratte dalla vicinanza geografica e culturale, oltre che dall'adesione di entrambe le nazioni all'Unione economica eurasiatica. Questa unione facilita l'integrazione economica attraverso mercati comuni, normative armonizzate e zone di libero scambio. Tuttavia, l'ascesa dell'Asia centrale non è priva di controversie.

Esperti come Tom Keatinge del Royal United Services Institute esprimono preoccupazioni riguardo alla possibilità che questi Paesi stiano aiutando la Russia a eludere le sanzioni occidentali. Si suggerisce che alcuni beni occidentali sottoposti a restrizioni vengano importati in Asia centrale, come il Kazakistan, per poi essere riesportati in Russia. Sebbene ciò non costituisca un vero aggiramento delle sanzioni, complica notevolmente il monitoraggio delle restrizioni.

Le cifre di Bruegel, un think tank europeo indipendente, indicano un aumento significativo delle importazioni di beni occidentali soggetti a sanzioni in Kazakistan dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Settori come macchinari, componenti elettriche, e strumenti di trasporto sono stati particolarmente coinvolti. Tuttavia, queste dinamiche commerciali non sono nuove e possono essere fatte risalire agli anni della Guerra Fredda.

Matveeva sottolinea che Mosca ha "altre modalità per aggirare le sanzioni" coinvolgendo molti Paesi del mondo, inclusi quelli europei. Le sanzioni sono viste come inefficaci in Asia centrale, e la risposta occidentale alla crisi ucraina non è considerata adeguata da queste nazioni.

Nonostante i benefici economici derivanti dalla crisi in Ucraina, l'Asia centrale affronta sfide. Le sanzioni influenzano la capacità di esportare e trasportare merci, con la maggior parte delle rotte che coinvolgono il territorio russo. Il Kazakistan è particolarmente preoccupato per possibili attacchi ai terminali petroliferi da parte di droni ucraini.

In conclusione, l'Asia centrale sta vivendo una crescita economica significativa, alimentata da una serie di fattori unici nel contesto della crisi globale. Tuttavia, questa crescita non è immune da rischi e sfide, e la comunità internazionale deve continuare a monitorare attentamente gli sviluppi in questa regione dinamica.

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Autore:

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