Crisi ad Haiti: Primo Ministro Henry accetta le dimissioni

Il clima politico di Haiti è stato scosso da un importante sviluppo, con il primo ministro Ariel Henry che ha accettato di lasciare il suo incarico. La notizia è stata annunciata dal presidente della Comunità dei Caraibi (Caricom), Irfaan Ali, durante una conferenza stampa tenutasi in Giamaica. Questo annuncio giunge in un momento di profonda crisi per il Paese, segnato dalle violenze delle gang e da instabilità governativa.

Il presidente Ali ha dichiarato che si è raggiunto un accordo per un governo di transizione, volto a facilitare una transizione pacifica del potere ad Haiti. È evidente che la comunità internazionale è consapevole della gravità della situazione nel Paese, ma si rende altresì conto che la soluzione definitiva deve derivare da un accordo interno fra gli haitiani stessi.

Durante il vertice tenutosi a Kingston, al quale hanno partecipato anche rappresentanti di diverse nazioni e organizzazioni internazionali, è emerso un consenso sulla necessità che siano le parti haitiane a guidare il processo di ricostruzione politica e istituzionale del Paese.

Il piano delineato comprende diverse fasi cruciali. Innanzitutto, si prevede la costituzione di un Consiglio presidenziale di transizione, il quale avrà il compito di organizzare elezioni presidenziali e legislative al più presto. Questo Consiglio sarà composto da rappresentanti delle forze politiche, sociali e religiose del Paese, e godrà di poteri costituzionali.

La formazione di questo organismo è stata ufficializzata al termine del summit di Kingston, con il sostegno degli Stati Uniti e di altri attori internazionali. I nomi delle personalità che faranno parte del Consiglio saranno resi noti nelle prossime 48 ore.

Intanto, il primo ministro dimissionario Henry ha riconosciuto la necessità di stabilità e pace per il Paese, annunciando che il suo governo lascerà il posto a un governo provvisorio fino alla nomina di un nuovo primo ministro e di un nuovo Gabinetto.

Tuttavia, la situazione rimane delicata, con le bande criminali che mantengono una forte presenza nel Paese e che hanno già manifestato opposizione al piano di transizione delineato nel summit di Kingston. Il capo delle bande criminali haitiane, Jimmy Chérizier, noto come "Barbecue", ha respinto il piano e ha ribadito il suo impegno in una "rivoluzione sanguinosa" contro i politici tradizionali e gli oligarchi corrotti.

La comunità internazionale è consapevole di queste sfide e continua a monitorare da vicino la situazione ad Haiti. Nel frattempo, è stato prorogato il coprifuoco notturno e lo stato di emergenza, con l'obiettivo di mantenere un minimo di stabilità in un contesto ancora molto incerto.

Si spera che attraverso il coinvolgimento di tutte le parti interessate e con il supporto della comunità internazionale, Haiti possa intraprendere un percorso di stabilizzazione e ricostruzione, garantendo al suo popolo un futuro di pace e prosperità.

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