Energia nucleare: Il reattore giapponese JT-60SAE, scrive una pagina di storia

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Nel panorama sempre più avanzato della ricerca sulla fusione nucleare, il Giappone ha segnato un passo epocale con il reattore tokamak JT-60SA, il più grande del suo genere al mondo attualmente in funzione. Questo colosso tecnologico ha recentemente ottenuto il suo primo plasma confinato magneticamente, aprendo la strada a una nuova era di esperimenti e scoperte scientifiche.

Il JT-60SA è il risultato di una collaborazione internazionale tra l'Unione Europea e il Giappone, e la sua importanza va ben oltre i confini nazionali. Questo reattore, situato in Giappone, sta svolgendo un ruolo chiave nello sviluppo delle tecnologie che saranno impiegate su scala ancora più ampia nel progetto ITER, il gigantesco reattore a fusione nucleare attualmente in costruzione in Francia.

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La scorsa settimana è stato raggiunto un traguardo significativo: il JT-60SA ha generato e confinato con successo il suo primo plasma. Questo evento apre la strada agli esperimenti che consentiranno di testare le tecnologie fondamentali per il funzionamento di ITER. Nonostante la sua imponenza, il JT-60SA è comunque la metà delle dimensioni di ITER e può contenere circa un sesto del volume di plasma che sarà confinato nel reattore francese.

Il processo di messa a punto del JT-60SA richiederà circa due anni prima che sia completamente operativo. Una volta a pieno regime, il reattore sarà in grado di confinare il plasma di idrogeno e deuterio a temperature straordinarie, raggiungendo i 200 milioni di gradi Celsius. L'obiettivo a lungo termine è mantenere questo confinamento per un periodo significativo, fino a 100 secondi.

Il JT-60SA si propone di studiare la dinamica del plasma confinato attraverso potenti magneti a superconduttore. Questi magneti sono la chiave per mantenere il plasma a temperature estreme e condizioni ideali per la fusione nucleare controllata. I dati scientifici e le conoscenze generate da questi esperimenti saranno poi applicati nella messa in funzione di ITER, il progetto ambizioso che mira a dimostrare la fattibilità di ottenere un guadagno netto di energia attraverso la fusione di deuterio e trizio.

Questo passo avanti nella ricerca sulla fusione nucleare non solo consolida la posizione del JT-60SA come il più grande reattore tokamak in funzione, ma sottolinea anche l'importanza cruciale della collaborazione internazionale nella corsa per sviluppare fonti di energia più pulite e sostenibili per il nostro pianeta. Con l'avanzamento di questi progetti, ci avviciniamo sempre di più a una nuova era energetica basata sulla fusione nucleare, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui soddisfiamo il nostro crescente fabbisogno energetico.

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