Haiti: L’isola dimenticata nel dibattito internazionale

Nel vasto panorama del dibattito pubblico e mediatico, c'è un luogo che sembra essere stato cancellato dalla mappa: Haiti. Questa piccola nazione, conosciuta come la "prima Repubblica nera" della storia, fondata da ex schiavi che si ribellarono in modo cruento, rappresenta un cono d'ombra nel contesto globale. Tuttavia, il suo essere relegata all'oscurità non è solo una questione geografica, ma un archetipo che rivela i meccanismi di invisibilità della politica internazionale e le ragioni sottostanti.

Haiti rappresenta una ferita aperta per l'Occidente, poiché mette in luce le proprie responsabilità, sia storiche che contemporanee. Nel 1825, la Francia richiese un indennizzo esorbitante di 150 milioni di franchi in oro, equivalente a dieci volte il Pil del Paese, per riconoscere l'indipendenza dell'ex colonia e porre fine al suo isolamento internazionale. Questo è solo uno dei molti episodi che evidenziano il peso dei paesi occidentali nella storia tumultuosa di Haiti.

Dopo il terremoto del 2010, la comunità mondiale promise di "ricostruire meglio" Haiti, ma a distanza di anni è difficile comprendere che fine abbiano fatto i fondi stanziati per questa causa. La corruzione endemica delle istituzioni nazionali ha giocato un ruolo significativo nel dissolvimento di questi aiuti, ma è anche importante interrogarsi sul ruolo delle imprese donatrici e delle istanze sovranazionali che avrebbero dovuto vigilare sull'uso dei fondi.

La situazione è peggiorata ulteriormente dopo il ritiro del contingente delle Nazioni Unite nel 2017. Le gang hanno proliferato, assumendo il controllo della capitale e del resto del Paese. La recente implosione dello Stato, culminata nell'assassinio del presidente Jovenal Moïse, ha trasformato Haiti in un campo di battaglia per gruppi politici in lotta per il potere e organizzazioni criminali che violano sistematicamente i diritti umani.

Di fronte a questa crisi, il governo haitiano ha chiesto il supporto dell'Onu, cercando di superare le controversie del passato. Tuttavia, la risposta della comunità internazionale è stata timida e insufficiente, evidenziando una mancanza di impegno e di visione a lungo termine.

L'Occidente, insieme ad Haiti, sta invisibilizzando il proprio volto oscuro, rifiutandosi di affrontare le proprie responsabilità e di agire con determinazione per risolvere una crisi umanitaria che ha conseguenze globali. La vicenda di Haiti non è solo una questione di etica, ma mette in discussione il futuro stesso del multilateralismo e della solidarietà internazionale.

A Port-au-Prince, la comunità internazionale ha l'opportunità di dimostrare di essere ancora una vera "comunità", capace di agire unita per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo.

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