Il ferro può essere presente in due forme negli alimenti: eme e non eme. La carne, in particolare il fegato, e il pesce sono fonti principali di ferro eme, meglio assimilato dall'organismo. Gli alimenti di origine vegetale, come legumi, verdure a foglia verde scuro, frutta secca e cereali integrali, contengono ferro non eme, che è assimilato con più difficoltà.

Per favorire l'assorbimento del ferro non eme, la dottoressa Donegani consiglia di consumare cibi ricchi di vitamina C, come agrumi, insieme a alimenti contenenti ferro. Al contrario, tannini presenti in caffè e tè possono ostacolare l'assorbimento. La cottura e la fermentazione sono importanti per ridurre gli acidi fitici presenti in cereali integrali e legumi, che possono limitare la biodisponibilità del ferro. L'alcol, danneggiando la mucosa dello stomaco, può peggiorare l'assorbimento di ferro.

Se nonostante questi accorgimenti persistono le carenze di ferro, la dottoressa consiglia di consultare un medico. Quest'ultimo valuterà le condizioni di salute complessive e, se necessario, fornirà consigli nutrizionali, inclusa la possibilità di integratori di ferro. Tuttavia, l'uso di tali prodotti dovrebbe essere concordato con un professionista della salute per evitare fastidi come stitichezza, nausea e disturbi gastrointestinali.

Gli integratori di ferro sono disponibili in varie forme, come compresse, capsule e sciroppi. La scelta della formulazione dovrebbe basarsi sulla comodità e sulla tollerabilità individuale. Il dosaggio dovrebbe essere stabilito in collaborazione con il medico, evitando l'automedicazione per prevenire eccessi dannosi.

In conclusione, affrontare le carenze di ferro richiede un approccio consapevole alla dieta e, quando necessario, l'aiuto di un professionista della salute per garantire un corretto apporto di questo minerale essenziale.