Immagina di avere sempre con te una piccola spia, che ascolta le tue conversazioni senza che tu lo sappia e ne trasmette i contenuti a terze parti che non conosci... Sembra un incubo, ma potrebbe essere la realtà. Quante volte l’abbiamo pensato o addirittura condiviso con amici e familiari? “Sembra quasi che il nostro smartphone ci ascolti”.
Ogni volta che parliamo di un argomento – o più in particolare, di un prodotto che vogliamo comprare – ecco magicamente comparire quel prodotto sul nostro feed di Instagram o nelle pubblicità sui siti web.
Ebbene questo scenario distopico potrebbe non essere troppo lontano dalla realtà: scopriamo insieme come i nostri smartphone (e altri dispositivi elettronici) “ascoltano” le nostre conversazioni, ma soprattutto il perché.
Ci risiamo: hai solo accennato a voce a quel tuo amico la tua intenzione di cambiare la lavatrice ed ecco il tuo feed Instagram sommerso di pubblicità di negozi di elettrodomestici – se non addirittura con riferimento specifico alle lavatrici.
Ebbene, le tue paure potrebbero essere confermate. A quanto pare, l’arcano è stato svelato dopo un'indagine condotta sull’agenzia di marketing CMG Local Solutions, e su come questa abbia utilizzato i microfoni dei dispositivi elettronici per intercettare conversazioni e raccogliere dati.
Questa pratica, che si basa sull'attivazione di registrazioni audio tramite microfoni integrati nei dispositivi, usa l'intelligenza artificiale per identificare conversazioni ritenute rilevanti dal punto di vista commerciale.
La giustificazione di tali pratiche risiede nel consenso presumibilmente fornito dagli utenti, attraverso l'accettazione dei termini di servizio delle applicazioni utilizzate.
Ma è davvero possibile parlare di consenso informato quando l’utente si trova ad accettare termini di servizio spesso lunghi e complessi, che potrebbero non essere pienamente compresi?
Inoltre, esistono questioni legate alla sicurezza dei dati raccolti. Una volta che le informazioni sono state acquisite, come vengono gestite, conservate e protette? Quali garanzie sono offerte agli utenti riguardo all'uso e alla condivisione dei loro dati?
Tutti i dettagli sono nuovamente contenuti in quei papiri infiniti che spesso accettiamo senza soffermarci troppo. Pagine su pagine di burocratese che l’utente può scegliere di leggere – perdendo qualche ora del proprio tempo – o accettare bovinamente rinunciando però al proprio diritto di privacy.
Perché gli smartphone ascoltano quello che diciamo?
L'ascolto delle conversazioni tramite smartphone è una tattica adottata nell'ambito delle strategie di marketing digitale. Il principio alla base è semplice: raccogliere dati in tempo reale direttamente dai consumatori per comprendere meglio le loro preferenze e comportamenti.
Questa pratica si basa sull'uso di algoritmi avanzati e intelligenza artificiale per analizzare le conversazioni e identificare parole chiave o temi di interesse. I dati raccolti vengono poi utilizzati per personalizzare la pubblicità, rendendola più mirata e pertinente per l'utente.
Sebbene possa sembrare una violazione della privacy, le aziende sostengono che questa raccolta di dati avviene nel rispetto dei termini di servizio accettati dagli utenti. Si tratta quindi di marketing aggressivo, ma non illegale. Tuttavia, rimane cruciale per gli utenti essere consapevoli di queste pratiche e comprendere come i loro dati vengono usati e protetti.
Da smartphone, per esempio, è illegale per una app “appropriarsi” del permesso di utilizzare il microfono senza l’approvazione dell’utente. È quindi fondamentale controllare sempre quali permessi stiamo concedendo alle app che scarichiamo, e valutare se l’utilizzo di queste app è più importante del valore della nostra privacy.
Ormai è assodato: il telefono ci ascolta e abbiamo anche capito il perché. Tuttavia, non bisogna temere solo app e consensi che ascoltano le nostre conversazioni...
Ebbene sì, perché i nostri cellulari possono finire persino nel mirino delle intercettazioni. Ma come scoprirlo? Alcuni indizi possono rivelarsi particolarmente utili. Non sono indicatori certi e universali, talvolta possono essere sintomo di altri problemi. In altri casi, tuttavia, sono l'indizio giusto per capire che qualche malintenzionato ha puntato gli occhi (e le orecchie) proprio sul nostro telefono. Ecco i segnali a cui prestare attenzione:
1. Comportamenti “anomali” del telefono, come popup o sms con codici o testi strani.
2. Rumori in sottofondo durante le chiamate, che non provengono evidentemente da chi sta dall'altra parte del telefono né dall'ambiente circostante.
3. Suoni e interferenze simili al segnale radio anche quando lo smartphone è in stand by.
4. Durata della batteria improvvisamente troppo poco resistente (più del solito e senza che vi sia un utilizzo massiccio del dispositivo).
5. Surriscaldamento del telefono anche quando non è in uso.
Addebiti inspiegabili.
Che i telefoni - e altri dispositivi elettronici - creino dipendenza è ormai accertato. L'allarme degli esperti coinvolge persino i bambini, ma ad avere il vizio del telefono tra le mani non sono solo i più giovani. le possibili conseguenze? Secchezza e bruciore oculare sono le conseguenze più comuni, ma non sono da escludere neppure mal di testa e mal di schiena, dolori a braccia e polsi, problemi al tunnel carpale, fino alla ritenzione idrica e alla sindrome da stanchezza cronica da schermo elettronico.
Con i dispositivi elettronici non si scherza. Attenti ai consensi che date e persino alle app che scaricate: hai mai sentito parlare di app spia? Sono applicazioni che, una volta scaricate, sono in grado di impossessarsi indebitamente di dati sensibili. Alcuni modi per difendersi possono rivelarsi di grande aiuto.
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