Il Giappone lavora ad un processo per l’utilizzo “pulito” del carbone

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Il futuro energetico del pianeta è sempre più orientato verso fonti rinnovabili e sostenibili, ma alcune realtà, come il Giappone, cercano soluzioni alternative per rendere più sostenibile l'uso del carbone. La questione centrale è se sia possibile "decarbonizzare il carbone" e quale impatto ciò potrebbe avere sulla lotta contro il cambiamento climatico e sull'economia globale.

Il Giappone, terza economia mondiale e membro del G7, ha adottato una prospettiva unica sul carbone. Nonostante l'obiettivo di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050, il paese non ha pianificato di eliminare completamente l'uso del carbone entro il 2030. Al contrario, considera il carbone come parte integrante del suo piano per la neutralità climatica.

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Una delle soluzioni proposte è il co-firing, un processo che coinvolge l'utilizzo combinato di ammoniaca e carbone nelle caldaie. Questa tecnologia, se sviluppata con successo, potrebbe offrire una fonte di energia termica con un impatto emissivo ridotto. La società elettrica giapponese Jera sta attualmente testando miscele di ammoniaca fino al 20%, ma il processo deve dimostrare la sua effettiva efficacia.

Tuttavia, l'ammoniaca non è esente da problematiche. Nonostante sia priva di CO2, la sua combustione rilascia ossido d'azoto, un gas tossico. Inoltre, la logistica presenta un ostacolo significativo. Se tutte le centrali a carbone giapponesi adottassero miscele di ammoniaca al 20%, ciò richiederebbe una quantità di ammoniaca pari a venti milioni di tonnellate all'anno, oltre all'attuale volume scambiato sul mercato globale. Va notato che l'ammoniaca è principalmente utilizzata come fertilizzante agricolo.

La produzione di ammoniaca deve non solo aumentare di volume ma anche trasformarsi in una forma "verde" o "blu". Questo implica che l'elettricità utilizzata per scomporre l'acqua e ottenere l'idrogeno, necessario per la produzione di ammoniaca, deve provenire da fonti pulite e non fossili. Altrimenti, la decarbonizzazione rischia di essere solo superficiale, senza affrontare il problema principale delle emissioni.

Nonostante le potenziali vantaggi ambientali, le spese di produzione dell'ammoniaca verde e blu sono notevolmente elevate, sollevando dubbi sulla convenienza del co-firing. Questo aspetto solleva interrogativi importanti sulle prospettive economiche della tecnologia proposta.

Oltre agli aspetti economici ed energetici, il Giappone vede nel co-firing un valore politico significativo. Se riuscirà a sviluppare con successo questa tecnologia e renderla conveniente, potrà esportare il co-firing carbone-ammoniaca nell'Asia orientale. Questo non solo contribuirà all'economia giapponese ma aumenterà anche l'influenza del paese nella regione, considerando gli investimenti precedenti nelle centrali a carbone.

La ricerca di soluzioni sostenibili per l'uso del carbone è un obiettivo cruciale per il futuro energetico globale. Mentre il Giappone sperimenta con il co-firing carbone-ammoniaca, è essenziale valutare attentamente le implicazioni ambientali, logistiche ed economiche di questa tecnologia. Solo attraverso un approccio equilibrato e sostenibile, il mondo potrà affrontare con successo le sfide legate alla transizione energetica e alla lotta contro il cambiamento climatico.

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