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Immobili e standard energetici europei, si prende un pò di fiato

Redazione Financial Panorama
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In questo intricato balletto tra la ricchezza immobiliare italiana e le esigenze energetiche europee, il recente rinvio della decisione a dicembre appare come una tregua, forse un sospiro di sollievo per un'Italia che rischiava di scontrarsi con diktat europei insostenibili. In questo contesto, la questione della sostenibilità energetica delle abitazioni si è rivelata essere un tema cruciale, tanto da richiedere trattative maratone che si sono protratte fino alle prime luci dell'alba.

Dopo una notte di negoziati ad oltranza, in cui i lavori hanno protratto oltre l'oscurità della giovedì notte, si è deciso di rimandare la decisione a dicembre. L'obiettivo è quello di raggiungere un accordo che sia sostenibile e condiviso, senza mettere in ginocchio famiglie e imprese che già faticano a seguire ritmi così serrati. Il confronto, guidato da Fratelli d'Italia insieme a Lega e Forza Italia, ha cercato di evitare una vera e propria stangata economica per le famiglie italiane, una sorta di patrimoniale mascherata.

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Il Regno Unito ha già deciso di posticipare la transizione verso un parco auto non più termico al 2035, offrendo un esempio che potrebbe illuminare la strada per tutta l'Europa. La flessibilità britannica nella gestione delle politiche di decarbonizzazione degli edifici e dei trasporti è un approccio che potrebbe essere seguito anche nel continente.

L'inaspettata dimissione di Frans Timmermans, figura di spicco nel Green Deal, solleva domande sulla persistenza della spinta politica della maggioranza di centrosinistra europea. In tempi di pandemia, inflazione crescente e crescita economica vacillante, sembra emergere la consapevolezza che forse è necessario più tempo per implementare cambiamenti significativi.

La trattativa notturna sembra aver prodotto una sterzata verso un adeguamento più sostenibile nei tempi e nei modi di applicazione. L'attenzione sull'articolo 9, che potrebbe dare agli Stati membri la libertà di definire i requisiti di ristrutturazione, è un passo verso una maggiore flessibilità.

Il rinvio a dicembre è un respiro di sollievo in questa partita delicata. Mentre l'Europa cerca di bilanciare l'urgenza di azioni immediate con la comprensione delle attuali condizioni economiche, la strada verso edifici a emissioni zero entro il 2050 rimane una sfida da affrontare con saggezza e consapevolezza delle sfide mutevoli che il nostro mondo continua a presentare. In un periodo in cui il mondo cambia velocemente, l'Italia, con la sua ricca storia immobiliare, naviga attraverso le onde dell'energia sostenibile con occhi vigili e speranza nel cuore.

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