Impatto dell’aumento dei tassi: Una profondo taglio creditizio da parte delle banche

Nel mondo finanziario italiano, un'ombra invernale si è diffusa negli ultimi tempi, congelando l'erogazione del credito e gettando un'ombra sui prestiti bancari. Secondo il rapporto mensile del Centro studi di Unimpresa, l'ultimo anno ha visto una stretta creditizia di proporzioni significative, con una riduzione complessiva di oltre 55 miliardi di euro, superando il 4% di calo complessivo.

Le banche, in particolare, hanno tagliato in modo significativo tutti i tipi di finanziamenti alle imprese, con una drastica diminuzione di 47 miliardi, equivalente al 7%. Tale fenomeno, conosciuto come effetto "tempesta perfetta sul credito bancario," è un risultato diretto dell'aumento dei tassi di interesse, il cui impatto è stato notevole sia per le imprese che per le famiglie.

Secondo il rapporto, le imprese hanno visto una diminuzione dei finanziamenti del 7,09%, con prestiti che sono scesi dai 667,1 miliardi di euro di ottobre 2022 ai 619,7 miliardi di euro di ottobre scorso. Questa riduzione è stata particolarmente sentita nei finanziamenti a breve termine, che sono diminuiti del 9,54%, e in quelli a lungo termine, con una diminuzione del 8,33%. Inoltre, anche il credito di medio periodo ha subito un calo del 1,91%.

Il settore delle famiglie ha sperimentato un saldo negativo di 8 miliardi di euro nell'ultimo anno, con un calo legato principalmente ai prestiti personali, che sono diminuiti drasticamente di oltre il 9,85%. D'altro canto, il credito al consumo ha mostrato un modesto aumento del 5,40%, mentre il mercato dei mutui è rimasto praticamente immobile.

Il rapporto evidenzia anche il fatto che la clientela bancaria sta avendo difficoltà a onorare le scadenze dei prestiti, portando a un aumento delle sofferenze nette del 10%, passando da 16 miliardi a quasi 18 miliardi in un solo anno. Questo fenomeno può essere interpretato come una conseguenza diretta della crescente difficoltà dei cittadini e delle imprese nel far fronte agli oneri finanziari, mentre le banche stesse, grazie all'aumento dei tassi, stanno registrando profitti senza precedenti, stimati a superare i 40 miliardi quest'anno.

Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, commenta: "È un conto che stanno pagando i cittadini e le imprese, perché le banche, proprio grazie all’aumento dei tassi, macinano utili come mai. Quest’anno i loro profitti potrebbero superare quota 40 miliardi, secondo le stime più recenti."

Il Centro studi di Unimpresa sottolinea la necessità di considerare attentamente il quadro complessivo, escludendo dalla valutazione gli impieghi deteriorati ceduti dalle banche a società veicolo o specializzate. Nonostante le contestazioni di alcune associazioni di settore, il rapporto sostiene che l'analisi dovrebbe concentrarsi sul credito risultante negli attivi bancari, poiché questo rappresenta il fondamento della relazione tra la banca e la clientela.

In conclusione, il gelo nell'erogazione del credito rappresenta una sfida significativa per l'economia reale, che si trova ora a dover affrontare un periodo difficile senza i mezzi finanziari necessari per sostenere la ripresa. Mentre le banche prosperano grazie all'aumento dei tassi, cittadini e imprese sono costretti a navigare le acque gelide di una stretta creditizia che sembra destinata a protrarsi ancora per un po'.

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