La fabbrica di microchip Taiwan è in crisi, registrato il calo maggiore in quasi 14 anni

Le esportazioni di Taiwan hanno subito un duro colpo a giugno, registrando il calo più significativo degli ultimi 14 anni. Questa situazione preoccupante è causata principalmente dalla continua debolezza della domanda da parte degli Stati Uniti e della Cina, soprattutto per i prodotti hi-tech, tra cui i microchip, di cui Taiwan è uno dei principali produttori mondiali. Questo improvviso crollo delle esportazioni di microchip fa sorgere il timore che la crisi sia ben peggiore di quanto inizialmente immaginato.

Le esportazioni di giugno sono diminuite del 23,4% rispetto all'anno precedente, arrivando a 32,32 miliardi di dollari, rappresentando il decimo mese consecutivo di calo. Questo risultato è stato ancor peggiore delle previsioni, mancando le aspettative dei sondaggi che prevedevano una contrazione del 13,35%.

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Di fronte a questa situazione critica, il governo taiwanese ha dichiarato che l'economia, fortemente dipendente dalle esportazioni, crescerà probabilmente più lentamente nel 2023 rispetto alle precedenti stime. Il PIL del primo trimestre ha registrato una diminuzione del 2,87% su base annua, la peggiore performance dal 2009, suggerendo che l'economia del paese è scivolata in una recessione.

Il settore degli componenti elettronici è particolarmente colpito, con una diminuzione delle spedizioni del 21,3% rispetto all'anno precedente e un calo del 20,8% nelle esportazioni di semiconduttori. È una situazione preoccupante, soprattutto per aziende taiwanesi come TSMC, uno dei principali fornitori di chip per giganti tecnologici come Apple Inc. e Nvidia, nonché per aziende automobilistiche e altri beni di consumo finale.

La prospettiva per il futuro non sembra migliore, con il ministero delle finanze che prevede una continua diminuzione delle esportazioni a luglio, con una contrazione attesa tra il 16% e il 19,5% su base annua. L'aumento dei tassi di interesse globali per controllare l'inflazione e le incertezze economiche globali creano una notevole pressione sul commercio estero.

La speranza di una ripresa delle esportazioni a settembre sembra drasticamente diminuita, con il ministero che ritiene più probabile un aumento delle esportazioni solo a novembre. Questo è particolarmente preoccupante perché la seconda metà dell'anno è tradizionalmente il periodo in cui gli ordini riprendono in vista della stagione dello shopping di fine anno.

Gli effetti di questa crisi sul settore industriale, come l'elettronica, l'automotive e la meccanica, potrebbero essere devastanti. La situazione delle esportazioni verso la Cina e gli Stati Uniti è particolarmente critica, con una diminuzione del 22,2% e del 25,2% rispettivamente, mettendo ulteriormente a rischio l'economia di Taiwan.

In conclusione, il futuro appare incerto e preoccupante per l'industria mondiale e per Taiwan in particolare. Le speranze di una ripresa economica rapida sono state ridimensionate, e sarà necessario affrontare sfide significative per ristabilire una crescita sostenibile e stabile nell'economia del paese.

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Autore:

Redazione Rid Investment

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