La Spagna in fermento: Accordi politici e tensioni sociali
Politica
Il panorama politico spagnolo si tinge di tensioni e controversie con la firma degli accordi tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) e i nazionalisti moderati baschi del Partito Nazionalista Basco (PNV), seguiti da un'alleanza con Coalición Canaria. Questi intrecci politici sono la chiave per la rielezione del leader socialista Pedro Sánchez come primo ministro, che, sulla carta, può contare su 179 voti su 350 al Congresso dei deputati.
La strada per la rielezione di Sánchez è costellata di patteggiamenti politici, il più controverso dei quali è l'accordo siglato a Bruxelles con gli indipendentisti catalani di Junts. Questo patto include concessioni discusse, come l'amnistia per i reati commessi durante il conflitto tra la Catalogna e lo Stato centrale, scatenando così le proteste e la mobilitazione delle destre nel paese.
L'amnistia, in particolare, è diventata una pietra d'inciampo all'interno del Partito Socialista stesso, con esponenti come Emiliano García-Page di Castilla-La Mancha schierati contro di essa, schierandosi addirittura con l'opposizione dei Popolari a Madrid e in Andalusia. Le tensioni salgono ulteriormente con la decisione della procura dell'Audiencia Nacional di non imputare l'ex presidente catalano Carles Puigdemont, rifugiato a Waterloo dopo il referendum secessionista del 2017.
Nell'accordo con il PNV, Sánchez si è impegnato a trasferire al Paese Basco, entro due anni, tutte le competenze previste dallo Statuto di Guernika non trasferite negli ultimi 40 anni, compresa quella sulla previdenza sociale. Questo è considerato un passo significativo verso l'autogoverno, con la promessa futura di dialogare sul "riconoscimento nazionale di Euskadi" entro due anni e la creazione di una commissione bilaterale permanente per garantire la verifica semestrale degli accordi.
Tuttavia, all'interno del Partito Socialista, il malcontento cresce, e l'alleanza con Unidas Podemos sembra incrinarsi, con l'annuncio di una consultazione della base sul voto d'investitura. Il percorso di Sánchez verso la rielezione sembra ora disseminato di spine, soprattutto considerando l'inaspettato distacco di alleati considerati fedeli.
La dimensione giudiziaria di questa crisi politica si sposta in Europa, con il Consejo Superior del Poder Judicial e le associazioni dei magistrati che considerano "inammissibile" il riferimento al 'lawfare' nell'accordo tra PSOE e Junts. Le tensioni si riversano anche per le proteste violente davanti alla sede del PSOE a Madrid, con l'ultradestra di Vox che chiama a mobilitazioni indefinite e il Partito Popolare che continua ad accusare di golpe.
In questo clima incandescente, la Spagna si trova a un bivio critico, dove le scelte politiche stanno influenzando profondamente il tessuto sociale e giudiziario del paese, aprendo uno scenario incerto e tumultuoso per il futuro.
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