Malattie cardiovascolari, i fattori di rischio e la prevenzione

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Le malattie cardiovascolari, tra cui l'infarto e gli ictus, rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello globale. Da decenni, i cardiologi hanno identificato quattro fattori di rischio tradizionali: ipertensione, colesterolo alto, diabete e fumo di sigaretta. Tuttavia, nonostante gli sforzi mirati a controllare questi fattori, persiste un insidioso nemico noto come "rischio residuo".

Il Prof. Filippo Crea, esperto di Cardiologia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha evidenziato che il rischio residuo è alimentato da quattro nuovi fattori di rischio cardiovascolare: lipoproteina(a) e trigliceridi, infiammazione, trombosi e inquinamento atmosferico. Questo concetto di rischio residuo implica una sfida considerevole nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, anche quando i fattori di rischio tradizionali sono sotto controllo.

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I nuovi bersagli della prevenzione sono:

1. Lipoproteina(a) e Trigliceridi Tra i lipidi, la lipoproteina(a) e i trigliceridi emergono come potenti fattori di rischio indipendenti dal colesterolo cattivo (LDL). Nuovi farmaci basati sulla tecnologia RNA offrono un'opportunità per contrastare efficacemente questi lipidi e ridurre il rischio residuo.

2. Trombosi Il rischio residuo associato alla trombosi può essere gestito oltre all'aspirina con farmaci antipiastrinici avanzati e anticoagulanti come il ticagrelor e gli inibitori del fattore XI.

3. Infiammazione L'infiammazione, spesso scatenata da uno stile di vita scorretto, è rilevata dalla proteina C reattiva (PCR). La correzione dello stile di vita può ridurre l'infiammazione, ma farmaci come la colchicina possono essere utilizzati per affrontare efficacemente il rischio residuo infiammatorio.

Il rischio residuo ambientale, legato all'inquinamento atmosferico, è una minaccia particolare per coloro che vivono nelle grandi città. Questo tipo di rischio agisce profondamente nei meccanismi che portano alle malattie cardiovascolari. Mentre non può essere affrontato direttamente con terapie farmacologiche, è essenziale promuovere scelte politiche incisive per ridurre i livelli di inquinamento nelle aree urbane.

Nonostante gli sforzi nella prevenzione tradizionale concentrandosi sui fattori di rischio noti, il concetto di rischio residuo evidenzia la necessità di una "Prevenzione 3.0". Questa nuova fase richiede approcci più avanzati, come l'utilizzo di farmaci mirati, per affrontare i fattori di rischio emergenti e il rischio residuo.

La ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci, insieme a strategie di prevenzione ambientale, sono fondamentali per affrontare questa sfida. Inoltre, la consapevolezza pubblica sull'importanza di uno stile di vita sano e le politiche per ridurre l'inquinamento sono componenti cruciali nella lotta contro il rischio residuo.

In conclusione, la battaglia contro le malattie cardiovascolari non si ferma ai tradizionali fattori di rischio. La comprensione e la gestione del rischio residuo sono cruciali per una prevenzione completa e efficace, portando avanti la missione di proteggere la salute del cuore.

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