Netanyahu critica la decisione della Corte Internazionale di Giustizia sull’accusa di genocidio
Politica
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso forte disappunto e critica nei confronti della Corte Internazionale di Giustizia dopo la sua decisione di respingere la richiesta di archiviazione presentata da Tel Aviv riguardo alle accuse di genocidio avanzate dal Sudafrica. La Corte ha non solo deciso di procedere con il processo, ma ha anche indicato che alcune azioni compiute dallo Stato ebraico potrebbero costituire una violazione della convenzione sul genocidio.
Inizialmente, Netanyahu aveva cercato di moderare le dichiarazioni dei suoi ministri, chiedendo loro di non commentare fino a quando non fosse stata elaborata una posizione ufficiale di Israele. Tuttavia, il primo ministro ha successivamente abbandonato questa posizione, definendo la stessa accusa di genocidio come "menzognera e oltraggiosa". Ha sottolineato che la disponibilità della Corte a esaminare l'accusa è un "marchio di vergogna" che perdurerà per generazioni. Netanyahu ha ribadito che Israele sta conducendo una guerra giusta contro i membri di Hamas, e la decisione della Corte di respingere la richiesta di archiviazione è stata giustamente criticata per preservare il diritto all'autodifesa del paese.
La sua richiesta di moderazione è stata ignorata da diversi ministri, tra cui il ministro della Difesa Yoav Gallant, che ha dichiarato che Israele non ha bisogno di lezioni di moralità per distinguere tra terroristi e popolazione civile a Gaza. Gallant ha criticato la Corte per aver accettato la richiesta antisemita del Sudafrica e ha affermato che la vera giustizia non sarà trovata nel tribunale dell'Aja, ma nei tunnel di Hamas a Gaza.
Il ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir ha addirittura accusato i giudici dell'Aja di essere "antisemiti", sostenendo che le loro decisioni mirano a perseguitare il popolo ebraico anziché cercare giustizia.
Le reazioni internazionali sono state varie. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accolto positivamente la decisione della Corte, definendola una "sentenza preziosa". In Europa, il capo del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha elogiato la decisione e ha chiesto l'applicazione immediata delle misure provvisorie stabilite dalla Corte. L'Unione europea, rappresentata da Josep Borrell, ha invitato Israele a rispettare pienamente, immediatamente ed efficacemente le ordinanze della Corte.
La Palestina e Hamas hanno invece accolto la decisione come un passo significativo verso l'isolamento di Israele e l'esposizione dei presunti crimini commessi a Gaza. La tensione e le divergenze di opinioni tra Israele e la comunità internazionale promettono di mantenere alta l'attenzione su questa controversia nei prossimi giorni.