Piemonte, famiglie sempre più in difficoltà, persi 1800 Euro a nucleo familiare

Negli ultimi anni, il Piemonte ha visto un costante declino nei redditi delle famiglie, con una media di circa 1801 euro in meno all'anno per nucleo familiare. Questo calo ha raggiunto il suo apice nel 2023, allargando ulteriormente il divario rispetto agli anni precedenti alla pandemia del 2019. La causa principale di questo crollo è l'aumento dell'inflazione, che ha eroso il potere d'acquisto delle famiglie piemontesi, portando i redditi al di sotto dei livelli pre-pandemici.

Secondo i dati forniti dal Centro Studi Economici Regionali (Cer) e dall'Ufficio economico di Confesercenti, elaborati sulla base dei dati Istat, nel 2019 il reddito medio dei piemontesi era di 39.094 euro, mentre nel 2023 si è ridotto a 37.293 euro, registrando una perdita di oltre il 4,6%. Questo trend negativo è particolarmente evidente nei redditi derivanti da trasferimenti pubblici, come pensioni e sussidi, dove si nota un adeguamento parziale delle pensioni all'aumento dei costi della vita e un progressivo esaurimento del reddito di cittadinanza.

Ciò che preoccupa maggiormente è il confronto con il trend nazionale, dove il calo dei redditi è stato meno accentuato, attestandosi intorno ai 254 euro (-0,7%). Alcune regioni, come la Valle d'Aosta e la Lombardia al Nord, e il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Puglia, la Basilicata e la Sicilia al Sud, hanno addirittura registrato risultati positivi nonostante un'alta inflazione.

Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, commenta questi dati sottolineando la necessità di una profonda riflessione politica e economica. Si evidenzia il tracollo dei saldi, la preferenza per i discount e la riduzione dei consumi, anche nel settore alimentare. Le famiglie piemontesi stanno facendo sacrifici evidenti, come testimonia la diminuzione del 10% negli acquisti di pasta.

Banchieri propone delle soluzioni concrete per affrontare questa crisi economica, come la riduzione permanente del cuneo contributivo e la detassazione degli aumenti retributivi. Queste misure potrebbero contribuire a rinnovare i contratti di lavoro scaduti e consentire alle famiglie di recuperare il potere d'acquisto perso a causa dell'inflazione.

Non solo i redditi delle famiglie sono colpiti, ma anche il settore commerciale. Le nuove aperture di attività commerciali sono drasticamente diminuite, passando da 4581 nel 2013 a soli 1380 nel 2023. Se questo trend dovesse confermarsi, si prevede che nel 2030 il numero di nuove aperture potrebbe ridursi a meno di un migliaio.

In conclusione, la situazione economica del Piemonte è allarmante e richiede interventi immediati e mirati da parte delle autorità competenti. È necessario adottare politiche economiche che possano stimolare la crescita dei redditi delle famiglie e sostenere il settore commerciale, al fine di evitare ulteriori danni all'economia regionale.

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