Preoccupazione per la sanità pubblica, si profilano nuovi tagli

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Nell'attuale clima di riforme e bilanci in Italia, la questione dei fondi destinati alla sanità è diventata il centro di un acceso dibattito. Il quotidiano "La Stampa" ha gettato un nuovo allarme sui finanziamenti stanziati per la manovra economica, con particolare attenzione alla sanità. Secondo il giornale, i fondi destinati alla salute pubblica saranno notevolmente ridotti al fine di garantire il taglio del cuneo fiscale. Questa scelta, se da un lato può portare a un allentamento delle tasse sul lavoro, dall'altro solleva importanti interrogativi riguardo all'impatto sulla qualità dell'assistenza sanitaria e sulla copertura per i cittadini.

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha negoziato duramente per ottenere un budget iniziale di 4 miliardi di euro per estendere gli incentivi ai medici, finora riservati solo a quelli dei pronto soccorso. Tuttavia, il suo sforzo è stato in parte vanificato, con la promessa che il budget non potesse arrivare a quella cifra, ma poteva variare tra 2,5 e 3 miliardi di euro. Questa situazione costringe il Ministro a cercare nuove fonti di finanziamento all'interno del suo stesso ministero.

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Il contesto finanziario è ulteriormente complicato dall'accumulo di tagli alla spesa sanitaria negli ultimi dieci anni, ammontanti a un totale di 37 miliardi di euro. L'effetto di questi tagli si è fatto sentire nel sistema sanitario, mettendo sotto pressione risorse già limitate e mettendo in dubbio la capacità di fornire un'assistenza adeguata a tutti i cittadini.

Un'altra proposta discussa, ma respinta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), è stata l'introduzione di una tassa sugli extraprofitti delle case farmaceutiche. Questo approccio avrebbe fornito un'opportunità per generare entrate supplementari attraverso il settore farmaceutico, ma è stata giudicata anticostituzionale e quindi respinta.

Al fine di trovare risorse per finanziare le iniziative sanitarie, si è preso in considerazione il ridimensionamento degli esami medici ritenuti ridondanti. Secondo una ricognizione condotta dai tecnici del Ministero della Salute, almeno il 20% degli accertamenti prescritti dal Sistema Sanitario Nazionale è considerato inutile. Ad esempio, si stima che ci siano oltre 700.000 risonanze magnetiche in eccesso. Questa revisione mira a eliminare gli sprechi e a garantire che le risorse siano allocate in modo più efficiente.

La situazione richiama alla mente il 2016, quando è stato emanato il decreto sull'Appropriatezza, che aveva lo scopo di disciplinare gli esami medici ridondanti e la prescrizione eccessiva di farmaci. Tuttavia, nonostante gli sforzi iniziali, il decreto è finito rapidamente nell'oblio a luglio, soli sette mesi dopo la sua introduzione. Nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, solamente 40 prestazioni saranno soggette a limitazioni, mentre le sanzioni per medici e manager di strutture sanitarie e ospedali saranno revocate.

In conclusione, la questione dei fondi stanziati per la sanità in Italia è un tema di grande rilevanza. La scelta di ridurre i finanziamenti in favore del taglio del cuneo fiscale solleva preoccupazioni legate all'accessibilità e alla qualità dell'assistenza sanitaria. È importante che il governo riesca a trovare un equilibrio tra le esigenze fiscali e la necessità di un sistema sanitario efficiente e inclusivo per tutti i cittadini.

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