Privatizzazioni – Occhi puntati su Autostrade, ma la politica è divisa

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La recente indiscrezione riportata dall'agenzia Bloomberg sulla possibile vendita delle Autostrade sta suscitando un dibattito sul futuro delle infrastrutture autostradali in Italia. Secondo le informazioni, il gruppo piemontese Fininc, legato alla famiglia Dogliani e attivo in settori diversificati, starebbe considerando un'offerta per acquisire la quota di controllo del 51% di Holding Reti Autostradali (Hra), attualmente detenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Attualmente, il restante 49% di Hra è suddiviso equamente tra i fondi Blackstone e Macquarie, mentre la holding detiene l'88% di Autostrade per l'Italia (Aspi). Questa possibile acquisizione da parte di Fininc è stata organizzata con il supporto della boutique finanziaria Kaufmann & Partners, fondata dall'ex manager Telecom Francesco De Leo, e sembra essere stata motivata dalle preoccupazioni del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini riguardo allo stallo degli investimenti in Aspi.

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Tuttavia, il governo italiano sembra non essere a conoscenza né intenzionato a sostenere un'offerta per Aspi da parte di Fininc, come dichiarato da Palazzo Chigi in una nota ufficiale. Inoltre, i patti parasociali di Hra, siglati nel maggio 2022 tra Cdp Equity, Blackstone e Macquarie, impongono un vincolo di non vendita delle azioni per cinque anni, fino al 2027, a meno che tutte le parti coinvolte non siano d'accordo sulla vendita.

Le dichiarazioni del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che prevede incassi da privatizzazioni per 20 miliardi in tre anni, aggiungono un ulteriore elemento di contesto. Mentre la vendita del controllo di Aspi potrebbe rappresentare un contributo significativo a questo obiettivo, va notato che l'incasso non sarebbe un afflusso diretto di denaro verso il Tesoro. Si dovrebbe passare attraverso l'erogazione di un dividendo dalla Cdp al Ministero dell'Economia (Mef), che detiene l'87% della Cdp. Questo processo, soggetto a tassazione al 15% a carico della Cdp, potrebbe richiedere tempo, ma potrebbe avere senso nel lungo periodo.

Oltre alle Autostrade, il governo italiano sta considerando la privatizzazione di altre aziende di proprietà pubblica. Il Monte dei Paschi di Siena, di cui il Mef detiene direttamente il 64,2%, e Ita Airways, di cui il Mef possiede il 100%, sono tra le società che potrebbero essere dismesse entro il 2026. Anche la partecipazione del Tesoro nel 29,26% di Poste, una società quotata in Borsa con una capitalizzazione di quasi 13 miliardi, potrebbe essere facilmente ceduta, considerando che il controllo rimarrebbe in capo alla Cdp.

Inoltre, potrebbe essere opportuno riconsiderare il progetto di quotazione in Borsa di Trenitalia, interamente controllata dalle Ferrovie dello Stato (Fs). Questa mossa potrebbe aprire nuove opportunità di finanziamento e investimento nel settore ferroviario italiano.

In conclusione, il futuro delle Autostrade in Italia sembra essere oggetto di attenzione e dibattito, con molteplici considerazioni economiche e politiche in gioco. La privatizzazione potrebbe essere una strategia per sbloccare investimenti e generare entrate per il governo, ma è chiaro che ci sono ancora diversi ostacoli e discussioni in corso.

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