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Quattro giovani pugliesi trasformano il riciclo delle batterie al litio con Arabat

Parliamo di Arabat, una giovane azienda fondata da quattro giovani ingegneri, che vogliono effettivamente cambiando il mondo con la loro startup. Originari della Puglia, questi imprenditori appassionati di economia circolare hanno affrontato la sfida del riciclo delle batterie al litio con un approccio completamente green, utilizzando acido citrico e scarti di frutta e verdura.

Raffaele Nacchiero, dottorando di ingegneria gestionale al Politecnico di Bari e uno dei fondatori di Arabat, spiega che il loro interesse per l'economia circolare ha radici nelle loro carriere accademiche. Inizialmente, fondarono un'associazione per fini artistici e ambientali, ma sentirono la necessità di affrontare una sfida più grande: creare un'impresa dedicata al riciclo delle batterie al litio.

L'ispirazione per Arabat arrivò sfogliando una rivista sull'economia circolare, dove scoprirono che a Singapore si stavano conducendo esperimenti innovativi che combinavano il mondo delle biomasse con la transizione elettrica. Decisero di intraprendere una simile strada, concentrando i loro sforzi sul riciclo delle batterie al litio. Dopo aver presentato con successo il loro progetto all'Università di Foggia e aver vinto il contest regionale "Estrazione dei talenti", Arabat iniziò il percorso di incubazione imprenditoriale.

L'approccio distintivo di Arabat si basa sull'idrometallurgia verde, un processo di riciclo delle batterie al litio che elimina l'uso di solventi chimici, optando invece per prodotti organici. Questo non solo rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità ambientale, ma offre anche vantaggi economici, riducendo tempo e temperatura rispetto alle tecniche idrometallurgiche convenzionali.

Il cuore dell'innovazione di Arabat risiede nella fase di estrazione della blackmass, la parte della batteria composta solo da metalli. Questa fase coinvolge l'utilizzo di acido citrico e biomassa pre-trattata, principalmente scarti e sottoprodotti di frutta e verdura. Grazie a un processo di "precipitazioni selettive", vengono quindi estratti nickel, cobalto e litio, che possono essere successivamente rivenduti sul mercato, inserendosi così nel concetto di economia circolare.

Il progetto ha già ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio dal presidente della Repubblica Mattarella, l'ENI Award 2022 e il Canada-Italia Innovation Award 2022. Tuttavia, per trasformare questa brillante idea in una realtà industriale, sono necessari notevoli investimenti finanziari e il supporto istituzionale. Attualmente, Arabat sta negoziando con una multinazionale italiana, un'azienda canadese e fondi di investimento pubblici e privati per portare avanti il progetto.

Raffaele Nacchiero afferma che, sebbene al momento il riciclo delle batterie al litio non sia ancora pienamente sostenibile in Europa, il prossimo decennio sarà fondamentale. Arabat mira a diventare uno dei principali riciclatori in Italia di batterie al litio, aprendo la strada a un'economia di scala che potrebbe trasformare radicalmente il settore del riciclo nel Paese. Se riescono a realizzare la loro visione, l'Italia potrebbe diventare pioniera in questa rivoluzione verde, dimostrando al mondo l'importanza di abbracciare tecnologie sostenibili per plasmare un futuro più eco-friendly.

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