Regno Unito blocca le pubblicità di Shell accusando l’azienda per pubblicità greenwashing

L'ente di autoregolamentazione del settore pubblicitario del Regno Unito, l'Advertising Standards Authority (ASA), ha deciso di vietare una campagna pubblicitaria della multinazionale britannica Shell. La campagna è stata considerata ingannevole poiché ha mostrato esclusivamente processi di produzione di energia da fonti rinnovabili, senza menzionare il fatto che la maggior parte degli affari di Shell dipende ancora dai combustibili fossili. L'ASA ha affermato che la pubblicità induceva il pubblico a credere in un impegno ambientale da parte di Shell che non corrisponde alla realtà. Questo divieto segue altre decisioni simili prese nei confronti di altre aziende, come Repsol e Petronas, che sono state obbligate a ritirare le loro pubblicità per motivi simili.

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La campagna pubblicitaria di Shell, composta da video promozionali online, spot televisivi e affissioni, è stata considerata ingannevole dall'ASA. Nonostante Shell sia una delle aziende più importanti nel settore petrolifero e dell'energia, la campagna si è concentrata esclusivamente sull'energia da fonti rinnovabili, distorcendo la realtà e nascondendo il fatto che la maggior parte delle attività di Shell è ancora basata sui combustibili fossili.

In risposta al divieto, un portavoce di Shell ha sostenuto che la campagna pubblicitaria riguardava solo una sussidiaria dell'azienda, Shell Energy UK, che si occupa della distribuzione di energia elettrica nel Regno Unito. Tuttavia, l'ASA ha respinto questa giustificazione e ha ribadito che la pubblicità era ingannevole per i consumatori. Shell è stata oggetto di critiche da parte di gruppi ambientalisti che sostengono che l'azienda non si impegni abbastanza per ridurre le proprie emissioni di gas serra e promuova iniziative di "greenwashing", ovvero un "ambientalismo di facciata" che non corrisponde alle azioni effettive dell'azienda.

Shell, come molte altre aziende nel settore petrolifero, è stata oggetto di critiche per le sue emissioni di gas serra e il contributo al cambiamento climatico. Nonostante la riduzione delle emissioni di CO2 dichiarata da Shell nel 2022, questa è in gran parte attribuibile alla contrazione del mercato dei combustibili fossili e non a scelte più sostenibili. Gli esperti e gli attivisti per il clima sottolineano che le iniziative di recupero della CO2 proposte da Shell rappresentano solo una piccola parte delle necessarie riduzioni delle emissioni.

Il divieto imposto dall'Advertising Standards Authority alla campagna pubblicitaria di Shell evidenzia l'importanza della trasparenza e dell'accuratezza nella comunicazione delle informazioni ambientali da parte delle aziende. Shell è stata sanzionata per aver indotto il pubblico a credere in un impegno ambientale che non corrisponde alla realtà delle sue attività principali basate sui combustibili fossili. Questo caso si inserisce in un contesto più ampio in cui diverse aziende, come Repsol e Petronas, sono state obbligate a ritirare le loro pubblicità per motivi simili. L'episodio solleva importanti questioni sulla responsabilità ambientale delle aziende nel settore petrolifero e sulla necessità di affrontare le sfide del cambiamento climatico in modo più coerente ed efficace.

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Autore:

Redazione Rid Investment

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