Restrizioni sulle pubblicazioni delle ordinanze di custodia cautelare
Politica
Nell'ambito di una recente votazione in Parlamento, la maggioranza insieme a Italia Viva e Azione ha approvato un emendamento alla legge di delegazione europea che impone restrizioni significative sulla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare. La nuova normativa prevede il divieto di diffondere integralmente o parzialmente il contenuto delle ordinanze fino al termine dell'udienza preliminare, rappresentando un passo indietro rispetto alle disposizioni introdotte tra il 2017 e il 2019.
L'emendamento, proposto da Enrico Costa di Azione, Davide Faraone di Italia Viva e Riccardo Magi di +Europa, ha suscitato polemiche e dibattiti accesi in seno al Parlamento italiano. La proposta è stata riformulata dal governo, che ha successivamente optato per un voto palese dopo una prima decisione di svolgere un scrutinio segreto. I sì sono stati 160, rappresentanti l'intera maggioranza di governo insieme ai renziani e calendiani, mentre i no sono stati 70. Secondo Costa, la norma mira a dare attuazione alla direttiva europea sulla presunzione di innocenza.
Tuttavia, molte voci critiche, tra cui esponenti del Movimento Cinque Stelle, Pd e Alleanza Verdi Sinistra, hanno espresso il loro dissenso nei confronti di questa decisione, definendola un "vergognoso bavaglio" che minaccia il diritto dei cittadini ad essere informati. Questa restrizione potrebbe influenzare significativamente il modo in cui i media raccontano e informano sulle inchieste giudiziarie, innescando preoccupazioni sulla trasparenza e la libera circolazione delle informazioni.
L'emendamento agisce sull'articolo 114 del codice di procedura penale, che disciplina il "divieto di pubblicazione di atti e di immagini", stabilendo che non è consentita la pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare fino al termine dell'udienza preliminare. Questa restrizione è giustificata con il richiamo agli articoli 3 e 4 della direttiva dell'Unione Europea del 2016 sulla presunzione d'innocenza.
L'opposizione ha denunciato il provvedimento come un "bavaglio alla libertà di stampa", accusando la maggioranza di nascondere le malefatte della borghesia mafiosa e dei corrotti. La reazione del Movimento Cinque Stelle è stata particolarmente dura, affermando che la maggioranza, estesa ad Azione e Italia Viva, dimostra di avere come unica agenda in materia di giustizia quella di nascondere o lasciare impunite le violazioni commesse da potenti individui.
In conclusione, la controversa approvazione di questo emendamento solleva interrogativi significativi sulla bilancia tra trasparenza giudiziaria e presunzione di innocenza. La decisione potrebbe avere un impatto sostanziale sul modo in cui la stampa italiana informa il pubblico sulle indagini in corso, aprendo il dibattito su quale debba essere il giusto equilibrio tra accesso alle informazioni e tutela dei diritti degli indagati.
PUBBLICITÁ
Puoi seguirci anche sulle nostre piattaforme social