Riforma fiscale in Italia: Nuove direttive sulla transazione dei tributi per le imprese in crisi
Impresa
Il panorama fiscale italiano sta subendo una significativa trasformazione, con l'attenzione concentrata sulle proposte di transazione fiscale nell'ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti presentate dalle imprese in crisi. Il Governo italiano ha recentemente presentato un emendamento al decreto legislativo 145/2023, il cosiddetto "collegato fiscale", che rivoluzionerà il modo in cui tali proposte sono gestite e decide a Roma dalla direzione centrale dell'Agenzia delle entrate.
L'emendamento, concentrato sul comma 4 dell'art. 4-bis, introduce misure di semplificazione e tutela del contribuente, modificando il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (dlgs 14/2019, Ccii). Secondo le nuove disposizioni, l'adesione alla proposta di transazione dei tributi e contributi, ai sensi dell'art. 63 del Ccii, sarà soggetta a valutazione centrale da parte dell'Agenzia delle entrate (Ade) a Roma.
Una delle principali novità è la definizione di limiti chiari per la falcidia del debito originario, comprensivo degli accessori. Se questa falcidia supera la percentuale o l'importo stabilito dal direttore dell'Ade, il parere conforme sarà richiesto alla struttura centrale indicata dallo stesso direttore. Tali disposizioni entreranno in vigore a partire dal 1 febbraio 2024, e da questa data le direzioni regionali perderanno la competenza decisionale sulle proposte transattive.
Questo cambio di approccio segue da vicino una modifica introdotta nel 2022 dal dl 69/2023, convertito nella legge 103/2022, che ha notevolmente inasprito il cram down fiscale, ovvero l'omologazione forzosa degli accordi con il fisco nell'ambito della ristrutturazione dei debiti.
La riforma mira a garantire un orientamento unitario e conforme su tutto il territorio nazionale, evitando comportamenti difformi e rischi di danno erariale. Dopo le modifiche, le proposte di stralcio dei debiti fiscali possono essere omologate dai tribunali anche senza l'adesione degli enti creditori, a condizione che siano rispettate diverse condizioni, tra cui la convenienza rispetto all'alternativa liquidatoria.
Un punto chiave di questa riforma è la centralizzazione delle decisioni a Roma, affidando all'amministrazione centrale dell'Ade il potere di valutare le proposte in base agli effettivi interessi dello Stato. Questo approccio mira a evitare una eccessiva autonomia o diversità di trattamento sul territorio nazionale, promuovendo una gestione più omogenea e trasparente delle proposte di transazione fiscale.
In conclusione, la riforma fiscale in corso rappresenta un passo significativo verso una maggiore coerenza e controllo nell'affrontare le proposte di transazione fiscale da parte delle imprese in crisi, ponendo l'attenzione sulla tutela del contribuente e sugli interessi dello Stato.
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