Sam Altman ed il “quasi addio” da parte di ChatGPT al mercato europeo

Il fondatore di OpenAI: "Pronti a valutare la sospensione di ChatGPT in Europa". Ma poi si torna indietro. L'avventura europea di ChatGPT potrebbe essere vicina alla sua conclusione.

È Sam Altman, CEO di OpenAI, l'azienda americana che ha sviluppato il popolare chatbot, a ventilare la possibilità di ritirarsi dal mercato europeo.

Il motivo sarebbe l'Artificial Intelligence Act, un documento in fase di elaborazione da parte della Commissione europea che si propone di diventare una delle prime leggi al mondo per regolamentare il campo dell'intelligenza artificiale. "I dettagli sono davvero importanti. Cercheremo di rispettare le norme, ma se non saremo in grado di farlo, dovremo cessare le operazioni", ha dichiarato Altman al Financial Times.

Poco prima, durante una conferenza a Londra, lo stesso fondatore di OpenAI aveva ammesso di avere "molte preoccupazioni" riguardo al documento in fase di elaborazione a Bruxelles. Tuttavia, le parole di Altman sembrano in contraddizione con quanto dichiarato dallo stesso fondatore di OpenAI al Congresso americano solo poche settimane fa: "La regolamentazione dell'intelligenza artificiale è essenziale", aveva affermato Altman durante un'audizione al Senato. E infatti, questa mattina c'è stato un cambio di direzione: "Una settimana molto produttiva di discussioni in Europa su come regolamentare al meglio l'IA! Siamo entusiasti di continuare a operare qui e ovviamente non abbiamo intenzione di andarcene", ha scritto Altman su Twitter.

Nonostante questa rettifica, le preoccupazioni persistono. In particolare, sembra che OpenAI tema che i suoi sistemi, inclusa ChatGPT, vengano considerati "ad alto rischio" in base alle nuove regole europee. Secondo il sito specializzato The Verge, ciò che preoccupa l'azienda sono alcuni passaggi specifici del regolamento.

Attualmente, la bozza del documento prevede che ogni organizzazione che sviluppa progetti di intelligenza artificiale debba riferire la potenza di calcolo necessaria per far funzionare la piattaforma, il tempo di addestramento degli algoritmi e fornire informazioni dettagliate su come ha formato i suoi modelli, divulgando anche informazioni che potrebbero essere protette come segreto commerciale.

Tuttavia, Altman non è d'accordo e sostiene che alcune informazioni, come i metodi di addestramento e le fonti dei dati, debbano rimanere segrete per essere protette dalla concorrenza diretta. Non è la prima volta che ChatGPT rischia di essere bloccato in Europa. In Italia, il Garante della privacy ha sospeso l'accesso alla piattaforma per alcune settimane, chiedendo all'azienda di soddisfare alcune richieste.

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Autore:

Redazione Rid Investment