Sostegno economico alle aziende italiane dei semiconduttori

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Un nuovo capitolo nell'innovazione e nello sviluppo tecnologico italiano si apre con l'implementazione del Fondo per la Microelettronica. Un'audace iniziativa governativa, istituita sotto l'amministrazione Draghi, mira a dare impulso alla ricerca e agli investimenti nel settore dei semiconduttori fino al 2030. Questo 'Fondo' rappresenta un investimento strategico, contribuendo a posizionare l'Italia in una posizione di rilievo nell'industria globale dei semiconduttori.

Questo ambizioso piano di incentivazione, con un budget iniziale di poco più di 4 miliardi di euro, si tradurrà in una serie di crediti d'imposta per le imprese che abbracciano l'innovazione e la ricerca. Tuttavia, il finanziamento iniziale è stato leggermente rivisto, passando da 630 a 530 milioni di euro, ma ciò non ha scalfito l'entusiasmo e la determinazione a costruire un futuro più luminoso per l'industria tecnologica italiana.

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Il recente decreto legge 'Omnibus' ha gettato le basi per il 'Chips Act' italiano, ispirato all'iniziativa europea presentata dalla Commissione nel febbraio 2022. Il cuore di questa strategia è ridurre la dipendenza dell'Europa da forniture esterne, puntando a raddoppiare la quota di mercato dei semiconduttori europei dal 10% al 20% entro il 2030. Questo rappresenta un importante passo avanti nel raggiungimento dell'indipendenza tecnologica, attenuando la vulnerabilità a fluttuazioni globali e rafforzando la posizione economica complessiva dell'Unione Europea.

La chiave di volta di questo piano è il credito d'imposta, un incentivo che premia le imprese che investono nella ricerca e nello sviluppo di semiconduttori. Le aziende dovranno ottenere una certificazione per l'attività di ricerca e sviluppo, seguendo le linee guida definite dal decreto 73 del 2022, che sono già state applicate con successo al 'bonus ricerca e innovazione' esistente. Questo strumento è progettato per coprire diverse fasi di sviluppo: dal 100% dei costi per la ricerca fondamentale al 50% per la ricerca industriale, dal 25% per lo sviluppo sperimentale al 50% per gli studi di fattibilità. Questo approccio inclusivo favorisce sia le grandi imprese che le startup emergenti.

L'impegno dell'Italia nell'industria dei semiconduttori è ulteriormente sottolineato dalla creazione di un "Comitato tecnico permanente per la microelettronica". Questo organo, composto da rappresentanti dei ministeri delle Imprese, dell'Economia e dell'Università e Ricerca, ha il compito di monitorare il settore, segnalare eventuali crisi di approvvigionamento e formulare un piano triennale per orientare gli sforzi futuri.

Questi sforzi ambiziosi non solo rafforzano la presenza dell'Italia nell'industria europea dei semiconduttori ma rafforzano anche la capacità del paese di competere a livello globale. L'associazione industriale Anie riporta cifre impressionanti: nel 2022, la filiera nazionale della microelettronica ha contribuito con un fatturato di circa 7 miliardi di euro, collocando l'Italia al terzo posto tra i produttori europei, dietro Germania e Francia. Con una crescita costante, testimoniata da un aumento del 13,4% nel giro d'affari della componentistica elettronica nei primi cinque mesi del 2023 rispetto all'anno precedente, l'Italia sta dimostrando la sua determinazione a giocare un ruolo chiave nel settore tecnologico globale.
In conclusione, l'introduzione del Fondo per la Microelettronica e l'impegno a favore dell'innovazione e della ricerca nel settore dei semiconduttori segna un passo coraggioso verso un futuro tecnologico prospero per l'Italia. Con il supporto delle imprese, degli esperti e delle istituzioni, l'Italia si sta posizionando strategicamente per diventare una forza trainante nell'industria globale dei semiconduttori, contribuendo in modo significativo alla crescita economica e alla prosperità del paese.

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