Spesa degli italiani sempre minore, lo dice anche Confesercenti

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L'erosione del potere d'acquisto e dei risparmi sta avendo un impatto significativo sulle spese delle famiglie italiane. Secondo le previsioni elaborate dal Centro Europa Ricerche per Confesercenti, se non si verificano inversioni di tendenza, la spesa delle famiglie dovrebbe diminuire nel secondo semestre di quest'anno di 3,7 miliardi di euro rispetto ai primi sei mesi. Questo trend preoccupante è alimentato da una serie di fattori, tra cui l'alta inflazione e l'aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE).

Uno dei principali fattori che sta colpendo le famiglie italiane è l'alta inflazione che persiste da un periodo prolungato. L'aumento dei prezzi ha eroso la capacità di spesa delle famiglie, rendendo più difficile per i consumatori mantenere il loro tenore di vita precedente. Ad agosto, l'aumento annuo dei prezzi ha raggiunto un preoccupante 5,4%, confermando una tendenza che mette sotto pressione i bilanci familiari.

Le famiglie italiane hanno fatto affidamento sui loro risparmi per sostenere i livelli di consumo durante il periodo di inflazione elevata. Tuttavia, dopo quasi due anni di aumento dei prezzi, questi risparmi si sono notevolmente ridotti, lasciando meno margine di manovra per affrontare la crisi economica.

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Un altro fattore che sta frenando la spesa delle famiglie è l'aumento dei tassi d'interesse deciso dalla BCE. Questa decisione è stata presa per contrastare l'inflazione, ma purtroppo ha un impatto negativo sulla capacità di spesa delle famiglie, in particolare su quelle con mutui a tasso variabile. L'aumento dei tassi d'interesse rende più costoso il rimborso dei mutui e altri prestiti, riducendo il denaro disponibile per altre spese.

L'erosione del potere d'acquisto e la diminuzione della spesa delle famiglie stanno avendo un impatto sull'economia nel suo complesso. La quota complessiva dei consumi rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL) dovrebbe attestarsi al 59,3%, in calo rispetto al 59,8% dell'anno precedente. Tuttavia, quando si tiene conto dell'inflazione, questa cifra scende al 58,4%, il livello più basso dall'inizio del secolo, quando nel 2000 era al 59,9%. Questo dimostra quanto sia profonda la crisi dei consumi in corso.

Confesercenti sottolinea che è possibile invertire questa tendenza negativa, ma è necessario agire tempestivamente. Per riportare la crescita in linea con gli obiettivi, occorrerebbe un aumento della spesa delle famiglie di 4 miliardi di euro nel secondo semestre. Questo aumento potrebbe essere ottenuto attraverso la detassazione delle tredicesime per un importo di 4,3 miliardi di euro.

Sebbene la detassazione comporterebbe un minor introito per il bilancio pubblico, ciò potrebbe essere parzialmente compensato dalla crescita economica risultante da una maggiore spesa per consumi. In questo scenario, si prevede che il contributo al PIL aumenterebbe da 0,6 a 0,9 punti.

In conclusione, la crisi economica in Italia è innescata da un'erosione del potere d'acquisto e dei risparmi delle famiglie, insieme all'aumento dei tassi d'interesse. Tuttavia, esistono soluzioni possibili per invertire questa tendenza, con la detassazione delle tredicesime come uno dei principali strumenti per stimolare la spesa delle famiglie e sostenere la crescita economica. La situazione richiede una risposta tempestiva e coordinata per evitare ulteriori danni all'economia italiana.

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