StartUp e Golden Power, l’eccesso di sicurezza può divenire un ostacolo

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Nel contesto sempre più complesso delle relazioni geopolitiche globali, la protezione dei beni strategici nazionali è diventata una priorità cruciale per molte nazioni, e l'Italia non fa eccezione. Una delle misure adottate dal governo italiano per garantire la sicurezza nazionale è l'applicazione del cosiddetto "Golden Power", un meccanismo che consente all'esecutivo di intervenire nelle operazioni finanziarie e nelle acquisizioni che potrebbero avere implicazioni per la sicurezza nazionale. Sebbene questa sia una mossa che mira a proteggere gli interessi nazionali, c'è una crescente preoccupazione che il Golden Power possa avere conseguenze impreviste, in particolare sul settore delle startup e dell'innovazione.

Il direttore generale di Italian Tech Alliance, Francesco Cerruti, ha evidenziato un aspetto critico dell'applicazione del Golden Power sulle startup: la velocità. Le startup, spesso operando in perdita e con la necessità di adattarsi rapidamente per sopravvivere e prosperare, possono essere fortemente rallentate dalle procedure burocratiche richieste dal Golden Power. Attendere fino a 45 giorni o più per ottenere l'autorizzazione può essere paralizzante per queste giovani aziende, il cui destino può pendere su un filo sottile tra successo e fallimento. Il confine tra la sopravvivenza e il tracollo per una startup è estremamente labile, e ogni ritardo può avere conseguenze finanziarie e operative significative.

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Una delle preoccupazioni principali è che questa regolamentazione potrebbe dissuadere gli investitori internazionali dall'investire nelle startup italiane. L'Italia, già percepita come un paese non particolarmente favorevole all'innovazione, potrebbe trovarsi in una posizione ancora più svantaggiata nel cercare di attrarre capitali stranieri. Le startup sono spesso alla ricerca di investimenti esterni per finanziare la loro crescita e sviluppo, e qualsiasi ostacolo o ritardo nel processo può disincentivare gli investitori. Questo potrebbe mettere a rischio l'ecosistema di innovazione e ridurre le opportunità di crescita economica e creazione di posti di lavoro nel settore tecnologico.

Per risolvere questa sfida, Francesco Cerruti suggerisce una revisione della normativa che tenga in considerazione le peculiarità delle startup. La proposta di ridurre la soglia di intervento del Golden Power per le startup, rendendola più flessibile rispetto alle grandi imprese, potrebbe consentire a queste aziende di operare con maggiore agilità e rapidità sul mercato. Ad esempio, la soglia minima di intervento in Francia è del 25%, mentre in Italia è al 10%. Questa modifica potrebbe consentire alle startup di evitare lunghe procedure di autorizzazione, consentendo loro di focalizzarsi sulla crescita e sull'innovazione.

È evidente che esiste una tensione tra la necessità di proteggere la sicurezza nazionale e l'importanza di sostenere l'innovazione e lo sviluppo delle startup. L'obiettivo dovrebbe essere quello di trovare un equilibrio tra queste due esigenze, garantendo al contempo che le giovani imprese abbiano la flessibilità necessaria per crescere e prosperare. È cruciale che le istituzioni politiche ed economiche riconoscano il valore delle startup come motori di crescita economica e creazione di posti di lavoro e adottino misure che favoriscano il loro sviluppo.

In conclusione, il dibattito sul ruolo del Golden Power nel contesto delle startup italiane è complesso e sfaccettato. Mentre la sicurezza nazionale rimane una priorità, è fondamentale adottare un approccio bilanciato che non ostacoli l'innovazione e il progresso tecnologico. La regolamentazione dovrebbe essere rivista per tener conto delle esigenze specifiche delle startup, cercando di ridurre l'onere burocratico senza compromettere la sicurezza nazionale. In tal modo, l'Italia potrebbe coltivare un ambiente favorevole all'innovazione e diventare una destinazione più attraente per gli investitori internazionali interessati a sostenere il settore delle startup.

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