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Stellantis afferma che sarebbe meglio rinegoziare le condizioni dell’accordo con il Regno Unito

La Brexit minaccia la chiusura delle fabbriche automobilistiche di Stellantis nel Regno Unito.

L'industria automobilistica affronta tempi difficili nel Regno Unito, con la prospettiva di migliaia di lavoratori licenziati e gravi conseguenze economiche. Stellantis, il gruppo automobilistico che controlla marchi come Fiat e Vauxhall, avverte che la chiusura delle sue fabbriche britanniche potrebbe essere inevitabile se il governo di Rishi Sunak non ritarderà l'entrata in vigore di una regola controversa introdotta con la Brexit. Secondo questa normativa, a partire dal 2024 il 45% di tutti i componenti di un veicolo elettrico commerciale deve provenire obbligatoriamente dal Regno Unito o dall'Europa.

Questa misura è stata concepita per favorire l'industria automobilistica britannica ed europea, ma Stellantis chiede una revisione, altrimenti sarà costretta a chiudere gli impianti nel Regno Unito. "Al momento, non siamo in grado di rispettare le regole sull'origine", afferma il gruppo automobilistico in un documento presentato alla Camera dei Comuni. "Se i costi di produzione dei veicoli elettrici nel Regno Unito diventano non competitivi e insostenibili, saremo costretti a chiudere le operazioni", precisa Stellantis.

I siti produttivi di Stellantis a Ellesmore e Luton nel Regno Unito, che producono veicoli con il marchio Vauxhall, danno lavoro a circa 2.200 persone il cui futuro rischia di essere gravemente compromesso. È interessante notare che Stellantis è la prima azienda a sollevare critiche sugli accordi relativi alla Brexit. L'intera operazione di separazione dall'Unione Europea è sempre più spesso messa in discussione, persino da Nigel Farage, il principale sostenitore della Brexit, che recentemente ha ammesso che l'intera operazione si sta rivelando un fallimento.

La richiesta di Stellantis è legata principalmente al problema delle batterie, che provengono principalmente dall'Asia e potrebbero far sforare il limite del 45% imposto dalla regola sull'origine. Se questa percentuale non viene rispettata, le auto prodotte nel Regno Unito destinate al mercato europeo dovranno affrontare una tariffa doganale del 10%. Secondo Stellantis, questo fattore potrebbe mettere fuori mercato la produzione a Ellesmore Port e Luton.

Il gruppo automobilistico sottolinea che per garantire la sostenibilità dei propri impianti di produzione nel Regno Unito, è necessario riconsiderare gli accordi commerciali con l'Europa. È chiaro che Stellantis sta cercando di trovare una soluzione che consenta di continuare le operazioni nel Regno Unito senza dover fronteggiare oneri finanziari eccessivi dovuti alla normativa post-Brexit.

È ora necessario che il governo britannico consideri attentamente la richiesta di Stellantis e lavori per trovare un compromesso che permetta all'industria automobilistica di prosperare, salvaguardando allo stesso tempo posti di lavoro e investimenti nel paese. La sfida di bilanciare le esigenze dell'industria automobilistica con le regole post-Brexit si presenta come un banco di prova cruciale per il governo britannico.

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Autore:

Redazione Rid Investment

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