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Taglio sul tasso d’interesse dalla banca centrale cinese

Redazione Financial Panorama
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Nella sorprendente mossa della Banca Centrale Cinese di ridurre il tasso sui finanziamenti di durata annuale dello 0,15%, portandolo al 2,5%, emerge un tentativo di stimolare l'attività economica e affrontare le sfide evidenziate dai segnali di difficoltà. Questo taglio rappresenta il livello più basso dal 2014 e rivela un desiderio di affrontare la debolezza nei consumi e nell'attività aziendale evidenziata dai recenti dati economici di luglio. Tuttavia, mentre la mossa mirava a rassicurare gli investitori, ha invece alimentato le preoccupazioni, provocando una caduta delle borse e un deprezzamento dello yuan rispetto al dollaro.

L'elemento più inquietante di questa situazione è la condizione di pericolosa deflazione che sembra affliggere la Cina. Questo fenomeno, caratterizzato da una crescita rallentata accompagnata da un aumento dei prezzi, crea un terreno fertile per l'incertezza economica e mette in luce le sfide strutturali affrontate dalla nazione. Questo scenario si manifesta in modo particolarmente evidente nel settore immobiliare, dove il gigante Country Gardner Holdings ha perso considerevoli quote di valore in borsa nelle ultime settimane. Il gruppo è stato gravato da debiti massicci e non è stato in grado di onorare pagamenti obbligazionari scaduti, accrescendo le preoccupazioni sulla stabilità del settore immobiliare cinese nel suo complesso.

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Un aspetto che aggiunge ulteriore pressione è la possibile propagazione di uno "circolo vizioso" finanziario nei fondi comuni di investimento immobiliare (Reit) della Cina. Il deterioramento della situazione di Country Gardner Holdings potrebbe innescare una serie di eventi che metterebbero a rischio asset per quasi 2.800 miliardi di yuan, creando una minaccia sistemica per il mercato immobiliare e l'intera economia cinese.

Mentre Pechino ha adottato alcune misure per affrontare la crisi del settore immobiliare, gli esperti ritengono che queste azioni siano state troppo limitate e lente per risolvere in modo efficace la crisi. Con il fallimento di Evergrande nel 2022 come punto di partenza, le sfide nel settore immobiliare cinese sembrano essere in aumento, mettendo a dura prova le capacità di Pechino di affrontarle adeguatamente. La decisione di interrompere la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione giovanile potrebbe essere un segnale di preoccupazione per quanto riguarda la stabilità sociale e la pressione sui decisori politici.

Queste sfide economiche in Cina hanno anche ripercussioni internazionali, come dimostrato dai segni di crollo delle vendite per alcune aziende statunitensi, come Danaher e DuPont. La diminuzione degli ordini dalla Cina e il calo delle vendite indicano un'interconnessione tra le economie mondiali e l'urgenza di affrontare in modo collaborativo le sfide economiche globali.

In sintesi, la recente riduzione dei tassi da parte della Banca Centrale Cinese cerca di affrontare le sfide economiche interne, ma le preoccupazioni persistenti riguardo alla deflazione, al settore immobiliare e alle conseguenze internazionali evidenziano la necessità di ulteriori interventi strategici e concertati per stabilizzare l'economia cinese e mitigare le implicazioni globali.

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