Tassa su extraprofitti bancari, l’impatto preventivato sui prestiti

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La proposta di legge annunciata dal vicepremier Matteo Salvini riguardante una tassa sugli extraprofitti delle banche italiane ha suscitato un acceso dibattito nell'ambito economico e politico. L'agenzia di rating DBRS Morningstar ha condotto un'analisi approfondita sull'eventuale impatto di questa misura sul sistema bancario e sul credito erogato a famiglie e imprese.

La proposta, ancora priva di dettagli definitivi, mira a tassare gli utili straordinari delle banche italiane per il periodo tra il 2022 e il 2023. Secondo le prime stime, questa tassa dovrebbe generare entrate statali nell'ordine di 3 miliardi di euro. Tali fondi sarebbero destinati a un fondo di aiuti per i cittadini che subiscono gli effetti del rialzo dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea (BCE), una situazione che ha portato le banche italiane a ottenere profitti considerevoli.

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L'analisi condotta da DBRS Morningstar presenta una visione equilibrata sulla questione. L'agenzia riconosce che le banche italiane, grazie al rialzo dei tassi, hanno ottenuto profitti notevoli, ma sostiene che una tassa una tantum non avrebbe un impatto significativo sul credito delle banche, né sull'erogazione di prestiti a famiglie e imprese. Secondo l'agenzia, questo è dovuto ai miglioramenti sostanziali della redditività delle banche nel recente periodo, il che suggerisce che l'attività di prestito potrebbe non essere ostacolata in maniera sostanziale.

Andrea Costanzo, di DBRS Morningstar, ha dichiarato: "La nostra opinione è che una tassa una tantum non avrebbe un impatto significativo sul credito delle banche, considerati i significativi miglioramenti della redditività realizzati dalle banche a livello di sistema negli ultimi trimestri, ed è improbabile che ostacoli sostanzialmente l'attività di prestito". Tuttavia, Costanzo sottolinea anche che se la tassa dovesse essere permanente, ciò potrebbe avere implicazioni più negative per l'affidabilità creditizia delle banche.

Un punto interessante da notare è che l'analisi di DBRS Morningstar mette in luce una prospettiva contraria a quella avanzata da alcuni esperti che temono che questa tassa possa portare a un'eventuale stretta creditizia o a un aumento delle commissioni a carico dei clienti, come è accaduto in Spagna in passato.

In conclusione, la proposta di una tassa sugli extraprofitti delle banche italiane ha suscitato un dibattito acceso sulla sua possibile influenza sul sistema bancario e sull'erogazione di prestiti. L'analisi condotta da DBRS Morningstar offre una prospettiva più ottimistica, suggerendo che una tassa una tantum non avrebbe un impatto significativo sul credito delle banche, ma sottolineando anche l'importanza di considerare attentamente gli effetti di una tassa permanente sull'affidabilità creditizia. La discussione rimane aperta, mentre si attendono ulteriori dettagli sulla proposta e sul suo potenziale impatto a lungo termine.

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