L'ultimo rapporto sull'inflazione in Turchia, rilasciato dall'Istituto di Statistica Nazionale Tuik, ha sollevato nuove preoccupazioni mentre il tasso annuale ha toccato un nuovo picco al 68,5% nel mese di marzo, in aumento rispetto al 67% registrato il mese precedente. Questo aumento significativo dei prezzi, evidenziato principalmente nei settori dell'istruzione, alberghi e ristoranti, sanità, trasporti e alimenti e bevande non alcoliche, continua a mettere sotto pressione l'economia turca e l'umore degli elettori.
La recente vittoria del partito di opposizione turco nelle elezioni locali di domenica ha amplificato la voce della frustrazione popolare per l'inflazione galoppante. Secondo Liam Peach, economista di Capital Economics, questa vittoria potrebbe essere interpretata come un segnale positivo per gli investitori poiché evidenzia un impegno rinnovato dei politici nel riequilibrare l'economia. Tuttavia, la strada verso la stabilità economica sembra ancora essere un percorso tortuoso.
L'inflazione media nel periodo 2021-2023 è stata del 48%, ma i recenti dati di marzo hanno spinto il tasso annuale al 68,5%. Tale crescita incontrollata dei prezzi viene vista come una delle principali cause delle recenti perdite subite dal partito al potere AKP del presidente Erdogan. La crescente preoccupazione per il costo della vita ha reso l'inflazione una questione centrale nell'arena politica turca.
Per far fronte a questa situazione, è probabile che la banca centrale adotti un ulteriore aumento dei tassi di interesse questo mese. Il ministro delle finanze, Simsek, ha rassicurato gli investitori sulla continuità delle politiche di austerità, indicando un'intenzione di ulteriori restrizioni fiscali per ridurre l'inflazione. Tuttavia, secondo l'analista Bartosz Sawicki della società fintech Conotoxia, il contenimento dell'inflazione rimane cruciale per rafforzare la fiducia e favorire la ripresa della lira turca.
Nonostante gli sforzi annunciati, gli esperti ritengono che la valuta turca continuerà a indebolirsi nel breve termine, costringendo la banca centrale a ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Nicholas Farr, economista di Capital Economics, sottolinea che l'ultimo aumento dei tassi di interesse da parte della banca centrale, sebbene inaspettato, è stato insufficiente per affrontare efficacemente la pressione inflazionistica.
In conclusione, l'elevata inflazione in Turchia continua a rappresentare una sfida economica significativa. Nonostante gli sforzi annunciati dalle autorità per contenere l'inflazione, è evidente che una stretta monetaria più severa e un impegno rafforzato per una politica fiscale rigorosa saranno necessari per invertire questa tendenza. Con l'incertezza politica e economica che si intensifica, resta da vedere se le misure intraprese saranno sufficienti a stabilizzare l'economia turca e a riacquistare la fiducia degli investitori.
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